Radio Aemilia, lo spettacolo teatrale antimafia sabato 13 all’Edison

Radio Aemilia, lo spettacolo teatrale antimafia sabato 13 all’Edison

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«Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già, oltre Roma… ». Lo scriveva Leonardo Sciascia non pochi anni fa, ma nel lontano 1961, nel celebre Il giorno della civetta.

Nel 2015 l’Emilia Romagna ha scoperto improvvisamente di non esserne immune. Ha visto che la linea delle palme, la linea del silenzio, la linea del malaffare sale come l’ago di mercurio di un termometro. L’Emilia-Romagna scopre un atteggiamento che non si sarebbe mai aspettata: l’omertà. Boss, carnefici e uomini d’affari, vivono qui da 30 anni, a cento passi, ma per i vicini di casa non esistono, oppure sono “brave persone”. Tutti sanno ma nessuno parla. Come si fa a rompere il silenzio? Peppino Impastato urlava la sua voglia di libertà e bellezza, parlava a una terra che non voleva ascoltare. Così nasce l’idea di ricreare una radio, ispirata alle trasmissioni, alle invenzioni di Peppino Impastato andate in onda su Radio Aut. L’hanno chiamata Radio Aemilia, “Aemilia” come l’indagine che nel gennaio del 2015 ha squarciato il velo sulla presenza della ‘Ndrangheta in Emilia-Romagna.

Radio Aemilia è uno spettacolo teatrale prodotto dallo Spi Cgil in collaborazione con Libera e Udu (Unione degli universitari), con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. Andrà in scena in prima assoluta sabato 13 febbraio alle 15.30 al Teatro Edison, in largo 8 Marzo, e l’ingresso è gratuito.

Radio Aemilia parla di mafia in Emilia-Romagna, e per farlo immagina una radio libera, che vuole rompere il silenzio, per denunciare la colonizzazione delle organizzazioni mafiose, per prendere in giro la politica, il mondo delle imprese, e tutti quelli che fanno finta di non vedere, o peggio, collaborano, fanno affari. “Allo stesso tempo – dicono i promotori – questo spettacolo è per noi il frutto di un’esperienza straordinaria, che ogni anno si svolge in provincia di Parma, a Salsomaggiore Terme, ed è il campo di Libera. Nello spettacolo vogliamo riproporre lo stesso impegno, la stessa vitalità, la stessa voglia di non abbassare gli occhi che hanno i ragazzi e le ragazze, i volontari del campo di Libera. Nello spettacolo abbiamo inserito anche la voce di alcuni dei partecipanti di questo campo, che parlano di resistenza alle mafie. Il campo di Libera a Salsomaggiore, a San Nicomede, in località Millepioppi è l’unico campo di “E!state Liberi” organizzato nella Regione Emilia Romagna – aggiungono -. Ci sono incontri di formazione e di legalità, testimonianze di familiari di vittime di mafia, di chi si è ribellato al pizzo, di giornalisti con la schiena dritta, e attività in un bene confiscato, assegnato al Parco Regionale dello Stirone e Piacenziano dal Comune di Salsomaggiore”.

RADIO AEMILIA

Questo spettacolo è stato voluto e prodotto dallo Spi Cgil, il sindacato pensionati italiani di Parma che conta 39mila iscritti, che ha collaborato al campo antimafia di Salsomaggiore. I volontari dello Spi collaborano con la gestione della cucina del campo, condividono momenti di impegno e confronto con i partecipanti, arrivati da diverse parti d’Italia. Lo Spi sa che tante persone, nonni, anziani, bisnonni, hanno ancora tanto da dire, tanto da dare, su un terreno che unisce le generazioni.

Lo spettacolo è stato scritto da Gabriella Corsaro e da Enrico Gotti, con la preziosa collaborazione di Rocco Caccavari. Gli interpreti non sono attori professionisti, alcuni di loro hanno esperienza di teatro amatoriale, altri sono alla loro prima assoluta, insieme formano la compagnia teatrale OndaEmilia.

Tra gli interpreti, Stefano De Stefano, nato milanese da padre calabrese, diventato parmigiano per amore, appassionato di teatro e cinema tanto da fondare Ogm, Ombre geneticamente modificate, compagnia teatrale di Parma. Ha accettato subito l’invito di Gabriella sua amica di gioventù, per urlare come Peppino: “la mafia è una montagna di merda!”. Luisa Diana, sindacalista, invece, ha scritto e recitato nello spettacolo “8 personaggi in cerca di datore”, nato da un progetto di Nidil Cgil e Sol – servizio orientamento al lavoro, in cui gli attori in scena erano precari e disoccupati. Ci sono poi Marco “Fats” Fornasari, 60 anni, impiegato amministrativo in ospedale, appassionato di blues e di jazz, Giancarlo Manco, 25 anni, nato a Gagliano del Capo (Lecce), studente di Farmacia e musicista, membro dell’Udu Parma, Paolo Bertoletti, 59 anni, sindacalista e appassionato di musica e teatro che canta da 8 anni con il Coro Estense di Montecchio Emilia e da circa un anno recita e canta, nella commedia musicale dialettale, con la Compagnia “Artisti per caso”. E ancora Enrico Gotti, 33 anni, giornalista, addetto stampa Spi Cgil, autore del libro “Un’estate più forte del silenzio”, e Davide Licchelli, 20 anni, studente di Beni artistici e dello spettacolo, che ha recitato nella compagnia teatrale di Franco Diso-Pisani, e fa parte dell’Udu Parma.

L’adattamento musicale dello spettacolo è a cura di Marco Todeschi, sindacalista, chitarrista del gruppo “Il mostro finale”. Canto e regia teatrale sono invece di Gabriella Corsaro, diplomata in canto lirico, che dopo aver cantato come soprano in vari teatri italiani ed europei, si è dedicata alla direzione di coro con il Coro Ars Canto “Giuseppe Verdi” e il coro “Pezzani” di Parma.

 

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