Vola il biologico in Emilia-Romagna. Complessivamente, le imprese totali (produzione e trasformazione) sono 4.772, in aumento del 14,6% rispetto alla fine del 2015 e addirittura del 23,1% sul 2014. Lo dicono i dati elaborati dalla Regione e aggiornati a maggio 2016.
La provincia che ha registrato il picco di crescita maggiore è quella di Parma con 822 imprese complessive (produttori e trasformatori), +30,6% rispetto a fine 2015 (+39% sul 2014). E non poteva essere altrimenti per la Food Valley per eccellenza, che conta quindi sul proprio territorio circa un sesto del totale delle imprese bio emiliano-romagnole.
Seguono a distanza, nell’ordine, Forlì-Cesena con 729 aziende, + 6,8% sule 2015 (+11,6% sul 2014); Bologna con 678, +27,7% sul 2015 (30,3% sul 2014); Modena con 617, +7,3% sul 2015 (+16,4% sul 2014). Completano la classifica regionale: Reggio Emilia, che a maggio 2016 registra 518 aziende di produzione e trasformazione, in crescita del 9% sul 2015 (+16,6% sul 2014), Piacenza con 482, +17,5% sul 2014 (+26,5 sul 2014); Ferrara con 336, + 27,2% sul 2015 (+ 39 % sul 2014); Ravenna con 322, + 3,5% sul 2015 (+13,3 % sul 2014) e Rimini con268, + 7,2% sul 2015 ( +14% sul 2014).
Un risultato frutto anche del successo del primo bando sul bio del Psr 2014-2020, cui hanno risposto oltre 1.900 aziende per una superficie complessiva di circa 50mila ettari, di cui oltre 13mila legati alla zootecnica. Di fronte al boom di domande, la decisione della Regione è stata quella di rispondere a tutte, stanziando risorse aggiuntive per quasi 17 milioni di euro da qui al 2020 (oltre 3,3 milioni di euro all’anno in più per cinque anni), attraverso un meccanismo di anticipazione dei finanziamenti che verranno reintegrati interamente nell’arco del quinquennio, senza penalizzare altri interventi del Psr.
Entrando nel dettaglio, le aziende agricole bio in soli cinque mesi sono passate da 3.212 a 3.786 (il 4,16% delle aziende agricole presenti in Emilia-Romagna), con una crescita del 17,9%. Rispetto al 2014 la crescita è stata del 25,8%.
A maggio 2016 le superfici coltivate con il metodo biologico superano i 114 mila ettari (+20,4% rispetto al 2015, + 28,5% sul 2014): quasi l’11% dell’intera superficie agricola regionale. Ma non solo: le aziende agricole bio sono più grandi di quelle tradizionali con una dimensione media di oltre 30 ettari contro i 14,5 della media regionale (dati censimento 2010).
In crescita anche le aziende di trasformazione (che non hanno usufruito dei contributi del Psr), per le quali l’Emilia-Romagna è da sempre leader nazionale: a maggio le imprese che lavorano e commercializzano prodotti agricoli bio sono 986: + 3,5% rispetto al 2015 e + 13,7% sul 2014.
“E’ una scelta forte a favore di un‘agricoltura di qualità e amica dell’ambiente- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli– che abbiamo adottato nel mese di maggio dopo esserci confrontati con la Consulta agricola regionale. La domanda di prodotti bio continua a crescere, nonostante la stagnazione dei consumi. Per una regione come l’Emilia-Romagna si tratta di una opportunità importante – posizionarsi in una fascia alta di mercato, puntando su prodotti a maggior valore aggiunto, che garantiscono un prezzo remunerativo agli agricoltori – che abbiamo voluto cogliere”.
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