Dall’Olio: degrado in stazione anche senza le panchine

Dall’Olio: degrado in stazione anche senza le panchine

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L’assessore Casa sostiene che l’intervento di rimozione delle panchine dal piazzale della stazione è stato un successo, come se rimuovere a spese dei cittadini l’arredo urbano e impedire alle persone di sedersi sia una cosa di cui vantarsi.

In realtà è stato solo un segno di resa di fronte al degrado e all’insicurezza della zona che dimostra la vera natura di questa amministrazione e la sua incapacità di pensare e di mettere in campo progetti di ampio respiro capaci di rimuovere le cause e non solamente di spostare gli effetti.

Chi prima sedeva e bivaccava sulle panchine oggi siede infatti sui muretti intorno al monumento a Bottego, sulle rastrelliere delle biciclette o sui gradini e le sedute di Via Verdi. Le cause del degrado e della mala frequentazione restano del tutto inalterate.

Qui come in altre zone della città, invece di provare a risolvere il problema, l’amministrazione lo ha semplicemente rimosso, dando ormai per persa un’area che, come ribadisce ancora una volta l’assessore Casa, deve essere considerata di mero transito. Ed è questo l’errore di base. O meglio, di comodo, visto che così non c’è bisogno di fare lo sforzo per cercare soluzioni vere.

Il piazzale e l’area della stazione sono stati riqualificati proprio perché non fossero più un luogo di mero transito per i cittadini, ma un luogo attrattivo e presidiato. È infatti dove passa e non si ferma la gente che trova habitat congeniale lo spaccio e il bivacco.

Si può certo discutere e criticare, come noi abbiamo sempre fatto, il costo spropositato degli interventi, l’insostenibilità dei piani finanziari e delle previsioni edilizie che stavano alla base del progetto di trasformazione urbana della Stazione

Ma ora che gran parte di quel progetto è stato realizzato, con debiti enormi fatti pagare a caro prezzo ai cittadini, bisognerà pure provare a volgere in positivo l’intervento, a raccogliere i potenziali benefici per cui era stato pensato.

Il piazzale è ampio e bello. Si presta a diventare luogo di aggregazione e non di transito. Ad avere servizi per pendolari e residenti. Bar e ristoranti di qualità. Perfino un supermercato: sono stati fatti dappertutto tranne che in stazione, al contrario di quanto accade nelle altre città europee.

E proprio dal piazzale della stazione può partire e propagarsi un movimento di riqualificazione sociale e commerciale verso il quartiere San Leonardo e l’area Pasubio dove più forti e sentiti sono i problemi di spaccio e insicurezza.

Per la Pasubio, altro intervento rimasto incompiuto, la Regione ha già stanziato 2 milioni di euro e la stessa amministrazione comunale ha di recente presentato un progetto di rigenerazione urbana nel bando del governo per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie. Un progetto condiviso nelle sue linee generali con la Regione e in Consiglio comunale che contrasta con la rimozione delle panchine e la concezione dell’area stazione come luogo di transito da abbandonare a sé stessa.

Un’evidente schizofrenia interna all’amministrazione che denota lo stato confusionale e l’anarchia che regna nella Giunta post-grillina dove ogni assessore va per conto suo mentre Pizzarotti è in giro a farsi fotografare o a discutere sui social con il direttorio 5 stelle e chiunque osi criticarlo.

Non è certo così che si governa una città e che si affrontano temi complessi come quelli della sicurezza e della rigenerazione urbana che richiedono visione di lungo periodo, comunione di intenti, coerenza e organicità progettuale, capacità amministrativa. Tutte doti che questo sindaco e questa amministrazione hanno dimostrato di non avere. E di non sapersi dare.

Nicola Dall’Olio
Capogruppo Consiglio Comunale di Parma

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