Alluvione del Baganza: Pizzarotti, Noè e altri tre funzionari indagati per disastro...

Alluvione del Baganza: Pizzarotti, Noè e altri tre funzionari indagati per disastro colposo

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Disastro colposo. Questo il reato per il quale la Procura della Repubblica di Parma indaga in seguito all’alluvione del Baganza che ha mandato sott’acqua una vasta zona dell’Oltretorrente. Da fine maggio sono iscritti nel registro degli indagati il sindaco Federico Pizzarotti, il comandante della Polizia municipale, Gaetano Noè, il direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile, Maurizio Mainetti, l’ex responsabile del Servizio tecnico di bacino, Gianfranco Larini, e l’ex dirigente del Servizio di protezione civile della Provincia, Gabriele Alifraco. Un atto dovuto, ovviamente, ma le indagini coordinate dal pm Paola Dal Monte proseguono speditamente per cercare di capire chi ha sbagliato o cosa non ha funzionato quel maledetto 13 ottobre in cui fiumi di acqua e fango si sono riversati per strada, invadendo case, cantine e garage e procurando danni a cittadini e imprese stimati in oltre 100 milioni di euro.

Dopo una prima fase coperta dal segreto, adesso i nomi delle persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito di questa inchiesta sono noti. Anche se i diretti interessati non hanno ancora ricevuto l’avviso di garanzia di rito, in quanto l’inchiesta finora si è occupata di ricostruire l’accaduto ma non sono stati compiuti atti per i quali è necessaria la presenza dell’avvocato difensore degli indagati. Né interrogatori, né perquisizioni o sequestro di documenti da parte del Corpo Forestale dello Stato e degli agenti della Polizia municipale incaricati dal pm Dal Monte di svolgere indagini approfondite sull’alluvione del Baganza. Uno dei nodi centrali dell’inchiesta sembra sia il processo di comunicazione tra Protezione civile e Comune di Parma. Con quest’ultimo che lamenta inesattezze e ritardi, con un valzer di fax arrivati fra l’11 e il 13 ottobre.

1 COMMENTO

  1. A Pizzarotti questa volta il triplo tuffo carpiato con avvitamento non è forse riuscito così bene tanto che è indagato per disastro colposo. La magistratura farà il suo dovere mentre un giudizio politico è già possibile fin da ora, anzi già subito dopo l’alluvione del Baganza.
    Subito dopo l’alluvione Pizzarotti addossava la colpa alla Protezione Civile e a quel fax arrivato in ritardo, lo stesso fax che sembrava chiuso in un cassetto del Comune senza che nessuno lo avesse preso in considerazione per due giorni.

    Il Sindaco però, nella sua immensa non-trasparenza (ricordate l’avviso di garanzia per le nomine al Teatro Regio, vero?) dimentica gli altri sette fax che la Protezione Civile ha inviato al Comune di Parma indicando chiaramente che stava arrivando la coda della perturbazione che aveva messo in ginocchio Genova. Com’era possibile non avere ancora negli occhi e nella mente le immagini di Genova se ancora oggi le ricordiamo tutti perfettamente?

    Sono stato io a portare quei fax in Consiglio comunale perché sembrava che in Comune non esistessero nemmeno, nessuno ne sapeva nulla o perlomeno si faceva finta di non saperne nulla.
    Un comune cittadino si sarebbe preoccupato a leggere quei fax e sarebbe corso a casa a chiudere le finestre, a mettere in salvo le proprie cose e a spostare l’auto in un luogo sicuro. Il Sindaco invece ha pensato bene di ignorarli, ha detto lui stesso “ne arrivano così tanti, chi volete che li guardi”. Subito dopo il disastro di Genova?

    La Protezione Civile ha indicato esattamente cosa fare, monitorare i corsi d’acqua specificando Taro, Parma e Baganza e, soprattutto, allertare le attività antropiche nelle zone adiacenti. Il Sindaco ha invece pensato bene di non fare nulla e non guardare nemmeno gli avvisi.
    Perché le comunicazioni sono state chiuse in un cassetto? Perché non si è fatto nulla? E’ chiaro che le indagini non potranno dare queste spiegazioni perché una cosa è la realtà giudiziaria, ciò che si può dimostrare con prove e carte e un’altra cosa è la realtà vera, forse non coincideranno.
    Di una cosa siamo sicuri fin da ora, si tratta di una pessima gestione politica, la peggiore degli ultimi cinquant’anni. Come ho già detto più volte resta solo da sperare che i parmigiani si ricorderanno di tutti questi fatti quando saranno alle urne, perché non si ripeta lo sbaglio.

    Giuseppe Pellacini
    Consigliere comunale Udc

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