L’Autocamionale della Cisa, società della Gavio che gestisce l’A15 Parma-La Spezia, potrebbe finire incorporata nella Salt (Società Autostradale Ligure Toscana) di cui il gruppo è azionista di riferimento. La questione è all’ordine del giorno del consiglio d’amministrazione convocato per lunedì, ma già si registra una levata di scudi su più fronti.
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti esprimono “preoccupazione” e denunciano la “totale mancanza di informazione e di confronto con le organizzazioni sindacali, della quale Autocisa, su questo come su altri temi, sa dare prova di grande maestria”.
“Necessario piuttosto evidenziare – si legge nella nota sindacale – il forte timore per come una importante realtà aziendale, insediata sul territorio di Parma da 50 anni e con importanti relazioni consolidate nel tempo con il tessuto sociale ed economico parmense, con una scelta di questo tipo si allontanerebbe certamente da Parma, seppur non fisicamente, ma nel riferimento con il territorio che attraversa e, di fatto, utilizza. Ancor più preoccupano le ricadute sui lavoratori che si ritroverebbero alle dipendenze di una società molto diversa, decentrata da un punto di vista della collocazione territoriale, senza aver avuto modo preventivamente di aprire un confronto sul tema. Tema sul quale le organizzazioni sindacali – conclude la nota – chiedono da subito di essere coinvolte, invitando anche la politica del territorio, e chi siede nel Cda della società, quanto meno a “battere un colpo” ed esprimere le proprie posizioni”.
Anche il Partito democratico fa sentire la sua voce in proposito. “Serve una discussione aperta e condivisa con il territorio prima di prendere una decisione così importante che riguarda il futuro di tutta la provincia”, dice Gianpaolo Serpagli, segretario provinciale del Pd di Parma, che contesta il metodo ancor prima della scelta in se. “Il territorio parmense – sottolinea Serpagli – ha dato tanto all’A15 e l’ha sempre sostenuta anche in momenti di difficoltà. Ora la decisione di farla convergere all’interno di un’altra società deve essere presa di concerto con il territorio, attraverso una discussione che coinvolga tutti gli enti che negli anni hanno avuto un ruolo attivo in questa storia”.
Per questo il segretario Pd chiede che la decisione venga rinviata. “Crediamo sia decisivo – conclude Serpagli – sedersi attorno ad un tavolo e discutere insieme di questa scelta e approfondire al meglio cosa comporterebbe perché stiamo parlando di un’opera che ha rappresentato e rappresenta tanto per il nostro territorio e una trasformazione così importante non può essere presa solamente all’interno di un Cda”.