Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Biblioteche “Leggere tra le ruspe”
“Non si tratta di un trasferimento del centro cinema Lino Ventura, ma dei lavori di adeguamento del nuovo centro dedicato al cinema al Cinghio. La denominazione del nuovo centro non è ancora stata decisa ed è stata usata quella di Centro cinema Lino Ventura per dare un’idea di centro diffuso su più sedi, creando il fraintendimento”
(Laura Maria Ferraris, 5 gennaio 2016, sic)
Per chi non avesse compreso ogni minimo passaggio del brano diffuso alla stampa dall’Assessore alla Cultura del Comune di Parma, è forse utile proseguire il racconto di un’agonia, quella del Centro Cinema “Lino Ventura”, che si protrae ormai da parecchio tempo.
Tante frasi vuote, che si sommano a quelle del Sindaco, volte a gettare polvere negli occhi su un progetto che non si ha il coraggio di chiamare col proprio nome: smantellamento del Centro Cinema “Lino Ventura” e divisione del suo patrimonio tra la biblioteca Civica (in crisi di prestiti) e una futura quanto elitaria (20 posti) Scuola del Documentario, che delle spoglie del “Lino Ventura” farebbe tranquillamente a meno. La distanza tra gli atti di questa giunta e quanto promesso ai cittadini nel programma elettorale , nel quale si ribadiva la necessità di sostenere e dare risalto al Centro Cinema Lino Ventura in via d’Azeglio, è incolmabile.
Ed ecco, a confermare le precedenti note, la Determina Dirigenziale 76 del 22 gennaio, che riguarda l’apertura di una procedura negoziata rispondente al criterio del prezzo più basso e la nomina del seggio di gara, composto da Silvano Carcelli, Francesco Prudente, Nadia Ferrari.
Quasi una beffa il titolo della determina, che prosegue l’equivoco più volte da noi denunciato: “Nuovo distretto del cinema: interventi per trasferimento centro cinema “Lino Ventura” al Centro Cinghio-Cinema Edison. Nomina Seggio di Gara”.
I lavori previsti, per un ammontare di circa 160.000€, non saranno certo sufficienti a risistemare l’area del Cinghio. La prevista sistemazione della foresteria è stata espunta dal progetto per mancanza di fondi ( foresteria annunciata, tra l’altro, nel dossier di candidatura a Capitale della Cultura nonostante fosse già stata esclusa dal progetto)
Se sia ansia di inaugurazioni, dimostrazione di decisionismo o semplice incapacità di ascolto della cittadinanza, non sta a noi stabilirlo.
Crediamo, a circa un anno dalla fine di questa esperienza amministrativa, sia opportuno rivedere scelte controproducenti per i cittadini che abiteranno a Parma anche dopo il maggio 2017.