“Io, violentata dal compagno di mia madre mando un messaggio: si alle...

“Io, violentata dal compagno di mia madre mando un messaggio: si alle coppie gay, purché in casa si respiri amore”

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violenzajpgViolentata dal compagno della madre da adolescente, madre single oggi: Agata sorride e difende le coppie omosessuali. “Il dolore lo causano violenza e mancanza di amore, non la diversità”.

Agata è bionda, formosa. Bella, sorridente. Ma guarda sempre a terra.

Agata è stata violentata ripetutamente quando era ragazzina, dal compagno della madre. Ora ha parole di perdono, dolore, ma non rabbia. E spiega come il male stia nella cattiveria e nell’ignoranza. spezzando una lancia a favore delle coppie “omo”.

Agata, la sua storia.

“E’ semplice. Nasco da due genitori del sud, a Parma, quartiere Cinghio. Gente ignorante, operai. Quando ho quattro anni mio padre lascia mia mamma, che nel mentre lavora solo part-time. E si trova sola con me piccola”.

Poi…

“Mia mamma non sapeva stare sola. Non voleva. E ha cambiato un po fidanzato dietro l’altro, portandoli tutti in casa. Ma non lo faceva per cattiveria cercava aiuto. Poi è arrivato lui…quello che si è fermato nella vita di mia madre. E’ venuto a vivere con noi, l’aiutava coi soldi”.

E…

“Mi ha molestato. Ha iniziato che avevo 12 anni, mi ha toccato un seno. Ogni giorno toccava qualcosa di più, fino a quando, quasi un anno dopo, mi ha stuprata”.

E lei cosa ha fatto?

“Nulla. Mi vergognavo, mi sentivo in colpa, anche perché dal giorno dopo lui non mi ha più voluta. Ne guardata. Mi ignorava. Solo tre anni dopo lo ho detto a mia madre, che lo ha lasciato subito. Forse qualcosa immaginava, perché tra noi era sceso il gelo, ma io mi sentivo sporca, sbagliata, avevo paura che non mi credesse. Ho dovuto maturare una consapevolezza diversa, più forte. Solo quando sono cresciuta le ho parlato, ho trovato il coraggio. Ma anche con lei il rapporto è andato in frantumi”.

Per quale motivo?

“Vergogna, ignoranza. Io ho lasciato la scuola e mi sono trovata un lavoro, sono uscita di casa, non volevo più stare con lei. Sono andata a fare l’operaia”.

Si è fidanzata?

“Non riuscivo a costruire un rapporto normale con il sesso. Alternavo mesi in cui non ne volevo sapere ad altri in cui ogni sera portavo a casa uno diverso, mi mancava la pace, l’equilibrio. Una violenza è una cosa che ti rimane dentro, non la cancelli con una doccia o un fidanzamento”.

Ma ha un figlio.

“Dopo tanti anni, terapie psicologiche, sforzi vari, mi sono innamorata. Peccato che lui mi abbia detto solo quando ho scoperto di essere incinta di essere sposato. E’ un uomo violento, nelle sue sberle trovavo il perdono per essere stata violentata. E’ una cosa subdola, non mi perdonavo per ciò che avevo subito pur sapendo di non averne colpa. Ogni volta prometteva che non l’avrebbe più fatto, ogni sera prometteva di lasciare la moglie, ma mi lasciava sola per andare da lei”.

Poteva abortire.

“Sono cattolica. E comunque mio figlio è la mia redenzione, mi ha rimesso in pace con il mondo. La sua purezza mi fa capire che il mondo non è cattivo, di cattivo ci sono gli esempi, le persone,  i sentimenti. E’ un bambino felice, a cui l’unica cosa che non manca è l’amore, e non gli mancherà mail”.

Ha paura, gli porterebbe mai a casa un compagno?

“Ho paura come ogni madre, che si ammali, che succeda qualcosa, che non sia felice. Ma non che gli capiti quanto accaduto a me, perché forte delle mie esperienze me ne accorgerei. Se dovessi trovare l’uomo giusto si, lo porterei a casa, mio figlio non deve crescere nell’ombra dei miei terrori. Da quando ho lui ho fatta pace anche con mia madre: è una donna sola, e ora che sono madre devo pensare anche a lei”.

L’ha perdonata?

“Si. Ma sa quale messaggio vorrei trasmettere? Si parla tanto di utero in affitto, di adozioni ai gay, di coppie normali o non normali. Sono banalità”.

Prego?

“Sono cavolate. Se due persone hanno amore da dare, lo daranno. Conosco coppie omosessuali che si amano molto più di quelle etero, che si sono rafforzate nelle battaglie per stare insieme e se avessero la possibilità di adottare un bambino gli darebbero molto più di tanti altri genitori. Dove sta scritto che non sono in grado? Pensi sia meglio un padre violento, una madre “facile” o una madre con la barba? Perché si pensa che una coppia etero possa adottare un bambino e una gay no? Sono la violenza, l’assenza di amore, che fanno male. Non il sesso”.

 

VIOLENZA SUI MINORI – I DATI

Non c’è un crimine più schifoso. Si perchè è la prepotenza di un grande contro un essere indifeso che spesso non capisce cosa gli stia capitando salvo provare un senso di disgusto che difficilmente passerà nel corso della vita. Anche in carcere quando circola la voce che un detenuto ha violentato un minore viene spesso punito perchè anche per i criminali c’è un limite che non deve essere superato. Eppoi la cosa peggiore è che una volta subita una violenza o una molestia, il minore diventato grande non dimentica e la ferita non smette di sanguinare e a livello psicologico i danni diventano permanenti.Il denominatore comune della violenza sui minori è un rapporto cosciente o inconscio di stru­mentalizzazione del bambino da parte del mondo adulto, reso possibile dalla superiorità fisica o psichica dell’adulto, dal quale la vita del bambino dipende.

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce ad ogni bambino e adolescente il diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e violenza (cfr.articoli 19, 32 e 34).

La Convenzione richiede l’impegno da parte degli Stati al fine di proteggere il bambino dallo sfruttamento per fini pornografici e dal coinvolgimento in attività sessuali illegali (articolo 34), tematica specificatamente affrontata dal Protocollo Opzionale concernente la vendita dei bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini.

Dal Rapporto ONU sulla violenza sui minori del 2006 a cura dell’esperto indipendente delle Nazioni Unite Paulo Sérgio Pinheiro, si stima che tra 500 milioni e un miliardo e mezzo di bambini e adolescenti subiscono forme di violenza.

Gran parte delle violenze avviene all’interno dell’ambiente familiare, conseguentemente la stima degli abusi e delle violenze rimane un numero oscuro (“Progressi per l’infanzia, report card sulla protezione dell’infanzia 2009”).

Dal terzo Congresso mondiale sullo sfruttamento sessuale dei minori – dopo quelli di Stoccolma e di Yokohama – svoltosi a Rio de Janeiro (2008), è emerso che sono 150 milioni le bambine e circa 75 milioni i minorenni sotto i 18 anni che hanno avuto rapporti sessuali forzati o subito violenze sessuali, con o senza sfruttamento commerciale.
Violenza e abuso sui minori in Italia

In Italia, dai dati del Ministero dell’interno, Direzione Centrale della polizia criminale, risalenti al 2008, è emerso che i minori vittime di abuso sessuale sono 389 per violenza sessuali, 373 per atti sessuali con minore, 168 per corruzione di minorenne, 127 per prostituzione minorile, 329 per pornografia minorile.

Hanno un’età compresa tra 0 e 14 anni, sono di nazionalità italiana e, nella maggior parte dei casi, conoscono la persona che li molesta, spesso appartenente al nucleo familiare o ad esso vicina.

Nel 2007, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ha adottato la Convenzione per la salvaguardia dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (Convenzione di Lanzarote), con l’obiettivo di armonizzare il sistema giuridico degli Stati membri. La Convenzione è entrata in vigore il 1 luglio 2010.

In Italia la ratifica della Convenzione di Lanzarote è in itinere e comporterà l’introduzione di nuove fattispecie di reato all’interno del Codice Penale, quali il reato di adescamento di minorenni (art. 609-undecies) e il reato di pedofilia e pedopornografia culturale (art. 414-bis).

 

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