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Pizzarotti, ultimo appello ai vertici del Movimento 5 Stelle. Il sindaco chiede aiuto agli attivisti: fatevi sentire

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Pizzarotti
Federico Pizzarotti
non ci sta più. Il Movimento 5 Stelle tace sulla grave situazione che si è venuta a determinare nel consiglio comunale di Parma, dove i grillini sono ormai dappertutto – in maggioranza e all’opposizione – e chiede agli attivisti di farsi sentire da Beppe Grillo e dal direttorio del partito. E’ tuttavia singolare che il primo sindaco grillino di un capoluogo di provincia, Parma, sia costretto a suonare l’adunata delle truppe per riuscire a farsi sentire dal generale che, come accade ormai da tempo, ha interrotto le comunicazioni con piazza Garibaldi.

Lo sfogo di Pizzarotti è affidato alla sua pagina facebook, attraverso la quale si rivolge “a tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle. ‪#‎Ascoltateci‬ e fatevi sentire anche voi. A ‪#‎Parma‬ è avvenuto un fatto paradossale che non sarebbe mai dovuto accadere, ampiamente prevedibile e comunicato anticipatamente ai membri del direttorio e allo staff. Un Consigliere ha deciso di uscire dalla maggioranza per collocarsi all’opposizione – Forza Italia e Pd – e insieme a un altro membro uscito due settimane fa ha formato un nuovo gruppo a nome del Movimento. In sostanza parlo di due consiglieri che non si presentano da oltre due anni alle riunioni di maggioranza, di cui uno per il 75% e l’altro per il 50% delle votazioni in Consiglio Comunale hanno votato assieme alla minoranza Forza Italia e Pd. Nonostante questo – tuona Pizzarotti – mai è arrivata una presa di posizione da parte dei vertici del Movimento. In altri Comuni amministrati dal Movimento 5 Stelle, l’espulsione di alcuni consiglieri è avvenuta per un solo voto contrario alla maggioranza. Qui, ripeto, hanno votato contro il Movimento per la maggior parte delle volte, insieme a Forza Italia e Pd”.

Il sindaco proprio non ci sta, sente assordante il silenzio dei vertici del partito e forse è arrivato anche il momento delle “decisioni irrevocabili”. Ma nell’attesa il primo cittadino pubblica una foto che ritrae uno dei consiglieri ex 5 Stelle, Mauro Nuzzo, in compagnia dei consiglieri di opposizione. La pietra dello scandalo per il sindaco Pizzarotti, ma sarà proprio così?

consiglieri

Il fatto, poi, che intendano costituire un gruppo a un anno dal voto, fomentati da alcune persone che non fanno parte del meetup di Parma ma che utilizzano impropriamente il logo del Movimento in spregio al regolamento nazionale – continua Federico Pizzarotti – ricorda molto la pratica tanto cara alla vecchia politica: staccarsi a ridosso delle amministrative per rilanciare la propria candidatura. Ma c’è di più. Di recente abbiamo adottato un regolamento del gruppo consiliare, assolutamente simile a quello del gruppo parlamentare 5 stelle, nel quale si dice che la posizione del M5S è decisa a maggioranza dal gruppo, e che in aula ci si deve attenere alle decisioni prese a maggioranza. Se le regole valgono, devono valere per tutti. Alla luce di quanto scritto, mi chiedo: come si può pensare di lasciar passare che nella più grande città amministrata dal M5S, si formino due gruppi del M5S? Cosa si aspetta a intervenire? Eppure tale situazione è stata ampiamente resa nota al direttorio, ben prima che si arrivasse a questa paradossale situazione. Privatamente e personalmente lo comunicai io già il 25 agosto del 2015, ben 6 mesi fa, dopo che uno dei due consiglieri fece cadere il numero legale in Consiglio Comunale uscendo dall’aula assieme all’opposizione. Ma una comunicazione ufficiale allo staff è arrivata anche dal gruppo consiliare e dall’unico, vero meetup di Parma, che appoggia la maggioranza. È stato fatto tutto quando si doveva fare per chiarire la situazione ai vertici, nei minimi dettagli”.

Mesi di segnalazioni, solo silenzio dai vertici del Movimento 5 Stelle. Strano per chi è abituato a repressioni immediate. Forse c’è da chiedersi a chi giova ciò. O, meglio, chi è oggi il Movimento 5 Stelle a Parma? C’è ancora? Silenzio.

A breve andremo ad elezioni in Comuni molto importanti quali Roma, Milano, Torino e Bologna ed è il momento di dimostrare che siamo in grado di governare – continua Pizzarotti –. Questa situazione rischia di diventare un’arma in mano ai partiti nelle campagne elettorali contro di noi. Non è ammissibile. E’ importante che i responsabili territoriali prendano una posizione chiara e netta. Il silenzio fa il gioco dei partiti. Non si chiede altro che applicare le stesse identiche regole che si sono dati a Roma e che si sono applicate a Livorno. Cosa si aspetta a intervenire? Condividete il messaggio, fatelo arrivare. Noi siamo parte del MoVimento, non avrei voluto arrivare a questo messaggio, ma per il nostro bene dobbiamo risolvere questa situazione. Ora mi si lasci dire di più. Sia chiaro: oggi a Parma continua a governare una maggioranza compatta e forte, composta da 19 consiglieri totali. In pratica, è uscito chi voleva barattare il progresso della città con posizioni totalmente integraliste. Se ad esempio avessimo dato ascolto al loro immobilismo, oggi non ci sarebbero stati accordi fondamentali per ridurre il debito della città del 40%, con conseguenze inimmaginabili per Parma. Un debito che, ricordando le parole dell’ex commissario Ciclosi, è stato generato in un clima politico “Viziato da anni di degenerazione etica”. Non siamo qui per giocare a bocce, ma per amministrare una tra le città più importanti d’Italia”. 

“Se avessimo dato ascolto alle loro posizioni, isolando Parma dal resto del mondo reale – rincara ancora Pizzarotti, ricordando di soppiatto il bilancio dei suo mandato – non ci sarebbero stati bilanci con investimenti per i parmigiani da 64 milioni di euro, né accordi internazionali per rilanciare Parma nel mondo, né un piano regionale in grado di garantire all’Emilia Romagna una differenziata ai livelli di Parma, del 72%. Oggi non avremmo chiuso cantieri lasciati aperti come crateri dalle passate amministrazioni. Sarebbero ancora lì, come scatole vuote nel centro della città. In sostanza, è uscito chi da anni vota assieme all’opposizione senza mai metterci in difficoltà, pur provandoci. È uscito chi considera la politica bianca o nera, facendo questo banale ragionamento senza alcuna logica: o si ottiene tutto, oppure piuttosto per Parma non si ottiene niente. E’ una politica che danneggia i cittadini e le città, non le fa crescere, le mantiene immobili. Di politica senza logica, purtroppo, ne è pieno il mondo, e si sa quali sono i danni che provoca. Noi non ci facciamo di certo mettere i piedi in testa da chi baratta la politica al servizio della città e dei cittadini con scelte forsennate, come avvenne in passato”.

“Invece oggi Parma è la 18esima città italiana per stabilità economica, pur avendo rischiato il default – continua il sindaco grillino -. Ha investito 14 milioni per le sue scuole, ha portato la differenziata al 72%, primato in Regione, ha siglato accordi internazionali in Europa e in Asia, è la prima città italiana nella storia a essere Patrimonio Unesco della Gastronomia, sta investendo fondi per rilanciare gli edifici storici, ha aumentato il suo turismo, ha ridotto i costi della politica, sta chiudendo i cantieri lasciati aperti come crateri dalle passate amministrazioni, ha ridotto il debito del 40% mantenendo invariato il suo Welfare. Introdurrà un reddito minimo garantito per le fasce più deboli, ha completato il suo programma per il 47%. Sia chiaro: 19 consiglieri di maggioranza sono tanti e ci consentono tranquillamente di portare a casa tutti i provvedimenti utili per la città. il punto non è questo. Il punto è la coerenza, l’equità, la responsabilità, l’immagine del Movimento in Italia. Il punto è saper prendere una decisione, come un sindaco le prende con determinazione ogni santo giorno”.

Federico Pizzarotti conclude il suo sfogo rivolto agli attivisti parmigiani, ma soprattutto ai vertici del suo partito. Con quello che ha tanto il sapore di un ultimo appello.

“Nel tempo in tanti mi avete scritto di non uscire sui giornali e di cercare di chiarire la situazione internamente per il bene del movimento. Io l’ho fatto e non ho ricevuto risposta. Martedì appena appreso quello che stava per succedere ho scritto a Di Maio. Non ho avuto nessuna risposta, come era già avvenuto in passato. Luigi cosa state aspettando? Pensate alle conseguenze di questo silenzio”.

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