Sotto il sole estivo, con una calura che ottenebra un po’ i cervelli, non c’è nulla di meglio che sfogarsi tra le polemiche. Come capita a Fidenza, dove una ragazzina musulmana – sicuramente per rispetto alla sua religione e forse anche per evitare qualche guaio – sabato scorso, 9 luglio, ha pensato di tuffarsi in acqua vestita. Con maglietta e pantaloni. Senza considerare le norme igienico-sanitarie che regolano l’utilizzo della piscina pubblica.
Il caso è diventato subito politico, con Forza Italia e Lega Nord a suonar la grancassa del rispetto delle regole. Il vicepresidente dell’Assemblea regionale, Fabio Rainieri, per nulla scoraggiato dal caldo, ha pensato addirittura di prendere carta, penna e calamaio per spedire l’ennesima interrogazione sul già ingolfato tavolo della giunta del presidente Stefano Bonaccini. Per porre una domanda che sfiora il banale: per sapere “se concorda che l’ingresso con addosso vestiti diversi da costumi da bagno, in vasche di piscine destinate all’utenza pubblica sia palesemente in contrasto con le prescrizioni anche regionali dirette a far rispettare i requisiti igienico sanitari negli spazi pubblici”.
Insomma, un caso, uno scandalo al sole si sarebbe detto un tempo. Tutto per il bagno di una ragazzina vestita. Chissà se i bagnanti della Guatelli si saranno scandalizzati di più nel vedere la giovane musulmana vestita in acqua o nell’assistere al pestaggio di un giovanissimo bagnino da parte di cristianissimi signori?
La soluzione comunque esiste e si chiama burkini: un costume largo per non evidenziare le curve, che lascia scoperti piedi, mani e volto delle donne islamiche che vogliono fare il bagno il piscina. Ed è perfettamente regolamentare, anche rispetto alle norme igieniche. E dal punto di vista religioso lo approvano anche i massimi rappresentanti della fede islamica. Che però dimenticano che il precetto coranico ha poco a che fare col divino e molto con l’umano: serve ad evitare l’accensione di bassi istinti nell’uomo. Ma come si comporteranno i sensi dell’uomo islamico alla vista di tante cristiane curve?
Comunque è vero: le norme igienico-sanitarie vietano di entrare in piscina con i vestiti sudati e impongono la doccia prima del bagno in vasca. E a Fidenza la norma è stata aggirata per lasciar fare il bagno alla ragazza. Ma è altrettanto vero che la politica non perde occasione per dimostrare di non avere altro o magari anche nulla da fare.
LA REPLICA DELL’ASSESSORE MALVISI
“Tutti devono rispettare le “nostre regole”, anche chi arriva da contesti diversi da quello locale. Alla piscina “Guatelli” di Fidenza quelle regole sono state rispettate e fatte rispettare”, esordisce l’assessore comunale Davide Malvisi per sgomberare subito il campo dalle polemiche di questi giorni.
“Sabato scorso, come tanti fidentini, ero anche io in piscina e ho visto tutto in diretta – dice Malvisi da testimone diretto -. Ho visto soprattutto il lavoro egregio dei nostri bagnini, che hanno effettuato il loro compito di sorveglianza e di applicazione delle regole alla perfezione. Nonostante questo c’è chi non si è fatto scrupoli a coinvolgerli in questa squallida polemica, condita con toni che stanno a metà tra la malafede e il razzismo più becero. Ma del resto, da gente che non si fa scrupoli a definire una donna e parlamentare come un “orango”, non bisogna aspettarsi molto di più. Innanzi tutto confermo che il regolamento della piscina “Guatelli” vieta di fare il bagno con indumenti non idonei e voglio sottolineare che il regolamento e le norme igieniche devono essere rispettate da tutti coloro che vogliono frequentare la piscina. Se ci sono delle regole si rispettano e ci sono persone che controllano che le regole siano rispettate. Ed ecco la notizia bomba: la ragazza musulmana – chiarisce Malvisi – al centro della polemica non ha infranto alcuna regola. Lassismo? Alchimia? Fantascienza? No, era semplicemente in regola proprio come lo deve essere chiunque intenda frequentare le nostre strutture”.
“I bagnini hanno verificato immediatamente l’abbigliamento della ragazza, che ha anche presentato certificazione di idoneità all’utilizzo in piscine pubbliche dei capi che indossava, appositamente confezionati per la balneazione – sottolinea Malvisi -. Ammetto che io stesso, quando l’ho vista tuffarsi in acqua vestita, sono rimasto stupito perché credevo indossasse abiti comuni ma quando ho verificato con i bagnini che erano idonei, per me la questione si è conclusa. A scanso di equivoci, preciso che abbiamo anche interpellato l’Azienda Usl. Infine è stato consigliato (giusto per evitare polemiche, ma così purtroppo non è stato) alla ragazza di acquistare una mutina leggera, che è immediatamente riconoscibile come capo da balneazione tecnico”.
“Comprendo che non tutti possano essere a conoscenza che esistono “costumi da bagno” diversi dai nostri e che dia fastidio vedere qualcuno che apparentemente non rispetta le regole ma credo che occorrerebbe informarsi prima di lanciare insulti, fare polemiche e creare situazioni veramente imbarazzanti – sottolinea Malvisi -. Ecco perché mi chiedo ancora quanto di questa polemica sia dettata da preoccupazioni sanitarie e quanto invece sia frutto di ignoranza e discriminazione. Del resto, se a tuffarsi vestito fosse stato un ragazzo o una ragazza caucasica e fede cattolica, i nostri paladini dell’igiene pubblica si sarebbero agitati tanto? Mi congedo con un’ultima e amara riflessione: perché quando dei cittadini italiani – oserei dire estranei alla celebrazione per la fine del Ramadan – hanno aggredito uno dei nostri bagnini, nessuno ha reagito con la stessa veemenza e indignazione? Mi riferisco ai presenti in piscina e ai paladini della penna, che evidentemente si infiamma solo quando una ragazza musulmana si tuffa in acqua e viene messa alla gogna in modo vergognoso, prima in piscina, poi sui giornali”.
Caro assessore, lei mi sembra proprio razzista al contrario! La ragazza di cui parliamo è musulmana e quindi si può permettere quello che noi non possiamo? E lei, assessore, offende per una semplice richiesta di chiarimenti? Simpatica la giustificazione della targhetta che indicherebbe che i capi sono adatti per la balneazione! Ha controllato lei personalmente? Ma mi faccia il favore! Perchè se avesse davvero controllato, non avrebbe aspettato tre giorni prima di parlare. Se era presente perché non è intervenuto? Caro assessore, stia calmo e non esageri dando della fascista o della razzista con questa facilità… Le norme igieniche vanno rispettate da tutti. Musulmani, cristiani, buddisti ed ebrei.
Francesca Gambarini
Capogruppo Forza Italia
Mi pare che il caldo di questi giorni faccia male a tutti…