All’Azienda servizi alla persona di Fidenza i conti non tornano e i sindacati cominciano ad esprimere serie preoccupazioni in materia. Ne hanno parlato nella sede Cisl di via Lanfranco, Angela Calò, segretario Cisl Parma-Piacenza, Daniela Incerti del sindacato pensionati della Cisl, Vincenzo Vassetta, segretario della Cgil di Fidenza, e Giuseppe Rossi della Segreteria Uil.
E’ passato un anno da quando il Comitato di Distretto di Fidenza – che comprende i comuni di Fidenza, Salsomaggiore, Roccabianca, Noceto, Fontevivo, Sissa/Trecasali, Polesine/Zibello, Soragna, Fontanellato, San Secondo – approvava il governo distrettuale del fabbisogno in materia di servizi socio sanitari ed ora, si torna già a parlare di una redistribuzione dei costi accreditati. Ed è proprio questo che preoccupa particolarmente i sindacati confederali, perché rischia di compromettere fortemente l’equilibrio conquistato (con fatica) un anno fa.
Oggi, si rimette in discussione una questione di tale portata, con conseguenze sulla tenuta della Asp stessa ed anche, sulla tenuta occupazionale perché, quando si è arrivati alla redistribuzione dei costi accreditati e al distinguo fra pubblico e privato, sono partiti dei concorsi che hanno visto l’assunzione di parecchie figure, molte di queste nate dalla cooperazione. I sindacati, dunque si domandano come possa, un socio, rimettere in discussione la stabilità economica ed occupazionale acquisita grazie agli accordi – ufficiali e sottoscritti – presi un anno fa.
Proprio quegli accordi, prevedevano che all’Asp venissero distribuiti nuovi servizi, al fine di dare una dimensione distrettuale: se si dovesse tornare ad un livello territoriale e, se ognuno dei soci facesse scelte di questo genere, le conseguenze sarebbero davvero tragiche, minando fortemente la tenuta economico-finanziaria o (addirittura) provocando lo scioglimento della stessa.
Come afferma Daniela Incerti, fatto l’accordo un anno fa, si sarebbero dovute dare risposte certe ai cittadini dei diversi comuni del distretto, investendo in altri servizi. Durante l’ultimo Comitato, inoltre, alcuni amministratori sottolineavano l’importanza di mantenere l’accordo sottoscritto altri, invece, nutrivano forti resistenze in quanto i posti accreditati, sarebbero troppo sparsi sul territorio.
Cgil, Cisl e Uil non puntano il dito contro un socio in particolare ma sottolineano come, l’Asp di Fidenza – come altre Asp in giro per la regione – siano difficilmente sostenibili se dovessero continuare ad occuparsi solamente di case di riposo: già da tempo, con i distretti, si era ragionato circa la possibile immissione di altri servizi alla persona.
“Gli affidamenti assunti lo scorso anno chiarivano la centralità dell’Asp: questo assunto è ancora valido e si adotteranno tutte le misure perché possa continuare ad esistere o il rischio che collassi e imploda non è poi così remoto? Gli affidamenti presi tra i soci dell’Azienda, lo scorso anno, definivano in maniera inequivocabile la volontà degli stessi di conferire ulteriori servizi ed attività all’Azienda. Quanti, di questi nuovi servizi sono confluiti in Asp?” – concludono i sindacati – che chiedono, in via definitiva, di porre l’attenzione sulla sostenibilità di una Azienda pubblica che garantisce dei servizi – ritenuti essenziali – alla persona, attraverso una gestione oculata della stessa: “Cgil, Cisl e Uil chiedono che la situazione descritta, sia sviluppata in un confronto serio e complessivo, che veda come linee direttrici il rispetto degli accordi presi, la tutela dell’occupazione e della qualità dei servizi resi alla cittadinanza”.