Caso Parmacotto, Paglia (SI) interroga il ministro Padoan

Caso Parmacotto, Paglia (SI) interroga il ministro Padoan

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Il sequestro dei beni della Parmacotto Spa per 11 milioni di euro è di stamani, ma il caso da giudiziario si è già trasformato in politico. A rilanciarlo nei palazzi romani, il deputato di Sinistra italiana Giovanni Paglia, con una interrogazione inviata al Ministero dell’Economia e delle Finaze.
“Inquieta molto la notizia del sequestro disposto dalla Guardia di Finanza a danno di Parmacotto Spa – commenta Paglia -. Gli 11 milioni sono infatti il corrispondente del credito erogato nel 2011 da Simest Spa, quando la società era controllata direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Non è bello verificare che 11 milioni di denaro pubblico possano essere prestati come conseguenza di una truffa, quando quotidianamente a tante imprese italiane sono negati prestiti per poche migliaia di euro. Ho appena depositato un’interrogazione al MEF – aggiunge Paglia – per sapere “quale processo decisionale abbia portato nel 2011 ad attivare la linea di credito a favore di Parmacotto Spa e in particolare come sia stato motivato l’assenso, da parte di chi, con quali garanzie, a seguito di quale tipo di indagine su dati finanziari e industriali”. Spero di avere presto una risposta, perché non sarebbe accettabile alcuna leggerezza in casi come questo, né tanto meno alcun sospetto di favoritismi”.
Nel settembre 2011 era in carica il governo di Silvio Berlusconi, con ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, come tale, doveva controllare Simest Spa. Nel 2012, poi, è la Cassa depositi e prestiti ad acquisire il 76% della società, divenendone l’azionista di controllo.
L’onorevole Paglia, nella sua interrogazione al ministro Pier Carlo Padoan, ricostruisce quindi l’inchiesta della Guardia di Finanza, ma ricorda anche che “Simest Spa ha chiuso il 2015 con 100 milioni di partecipazioni societarie acquisite e 5 miliardi di finanziamenti a sostegno dell’export. Tali attività sono fondamentali per l’internazionalizzazione delle nostre imprese, ma proprio per questo è necessario garantire che siano attivate con il massimo rigore analitico. Il caso di Parmacotto – sottolinea ancora il deputato di Sinistra italiana – impone di verificare se le procedure seguite da Simest per stabilire l’opportunità di concessione di liquidità siano corrette. Visto l’importo rilevante, appare infatti dubitabile che tutto sia andato nel migliore dei modi, se è stato possibile farsi truffare tramite artifici contabili”.

1 COMMENTO

  1. L’affaire Parmacotto è solo l’ultimo di un lungo elenco di vicende che dimostrano quanto il “sistema Parma”, un tempo fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana, sia malato.
    Un’amministrazione comunale degna di questo nome dovrebbe porre al centro del proprio programma il tema di come intervenire, compatibilmente con le proprie competenze in materia, per contribuire alla guarigione del nostro sistema produttivo, facilitando il ricorso al credito ed il finanziamento delle aziende realmente meritevoli e non di quelle gestite dai soliti “amici degli amici”. Per questo, ci impegneremo affinchè il tema della trasparenza venga posto al centro del programma della coalizione all’interno della quale ci collocheremo per le future amministrative, con l’istituzione di una commissione Audit e di uno sportello di ascolto per le PMI.

    Francesco Samuele
    co-portavoce di Sinistra Italiana Parma

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