Il timido frusciare delle pagine ricolme di annotazioni, i fogli carichi di appunti che scivolano fuori dagli zaini pesanti, le lettere di Seneca o i versi della Divina Commedia mormorati timidamente sottovoce nel tentativo ultimo di ricordarli perfettamente a memoria, nei corridoi c’è chi cammina avanti e indietro portandosi dietro la stanchezza della “notte prima degli esami” e chi fino all’ultimo sente il sangue scendere a cubetti per colpa dell’agitazione; questi sono i soliti, indimenticabili passi obbligatori che ogni studente deve superare prima di presentarsi davanti alla commissione e superare l’esame di maturità.
Anche quest’anno la tensione non si fa attendere, ed i giovani maturandi sfidano il torrido caldo estivo, pronti o meno a superare l’ultimo ostacolo prima della tanto sospirata libertà: il colloquio orale con la commissione d’esame.
Al termine della terza prova svoltasi lunedì, i ragazzi non hanno mancato di divulgare la loro opinione circa l’organizzazione dell’esame scritto ed il genere di prove che sono state loro proposte: come da pronostico il risultato è stato variegato. Tra sospiri di sollievo e lamentele i maturandi si sono scontrati con tracce definite ” poco ispirate, noiose” in prima prova. Come dice Chiara ” Le tracce in sé per me non sono state terribili, i documenti dei saggi brevi però potevano essere gestiti un po’ meglio. Nella mia scuola si è anche criticato parecchio il fatto di aver messo Eco come analisi del testo, ma credo sia stato un pensiero generale in tutta Italia” La scelta della MIUR di proporre Umberto Eco nell’analisi testuale ha infatti scatenato uno sciame di opinioni contrastanti ( in pochi infatti hanno deciso di misurarsi con questa traccia innovativa). Il professore di letteratura italiana e scrittore finalista al Premio Strega Giorgio Nisini commenta il tema della Tipologia A ” La scelta del MIUR è interessante e innovativa, ma anche paradossale: la letteratura contemporanea è quella meno studiata alle superiori, quasi nessuna classe arriva a leggere Eco. Gli studenti potrebbero non avere gli strumenti giusti per affrontarlo.”
” L’analisi del testo non ho neanche pensato di farla” aggiunge Giulia, una studentessa di Parma ” non ci siamo arrivati durante l’anno e soprattutto non essendo ancora nati corsi di dibattito e seminari sul suo lavoro non saprei nemmeno come ci sarebbe stato possibile analizzarlo, è fuori questione quanto analizzare Montale”. Le altre tracce non fanno scalpore, alcuni apprezzano il fatto che non fossero poi prove così ostiche ma quasi tutti i ragazzi sono concordi nel definirle ” noiose, insapori”.
Un avversario di poco conto è invece stato Isocrate per gli studenti del liceo classico, che il 24 Giugno in seconda prova sono stati messi alla prova con una versione di Greco tratta dall’opera “Sulla pace” del maestro di retorica, un brano che tratta di concetti astratti come giustizia ed ipocrisia. Alcuni ex maturandi criticano questa scelta definendola la prova dell’incapacità del Liceo Classico di rinnovarsi e di adattarsi al cambiamento della società moderna, i ragazzi che hanno sostenuto l’esame invece sembrano esserne entusiasti, chi per puro interesse del testo tradotto, chi per il sollievo di non essersi dovuto confrontare con un autore ostico come il famoso Aristotele scientifico dell’esame di maturità classica del 2012.
Sempre più consensi ha invece la sempiterna critica all’esame di maturità come metodo di valutazione del percorso degli studenti, in tanti infatti si lamentano di questa prova definendola ” un gioco al massacro che rischia di soffocare il rendimento e l’impegno di cinque anni di scuola in meno di una settimana”. E’ infatti giusto chiedersi fino a che punto possa servire un simile test dove i ragazzi vengono giudicati anche in parte da perfetti sconosciuti, considerando che il voto con cui usciranno da questa battaglia è anche il voto con cui si presenteranno nel mondo del lavoro e delle università, un voto che si porteranno dietro per tutta la vita.