Stamattina, davanti alla Prefettura di Parma, il Sinappe dell’Emilia Romagna, il sindacato autonomo degli agenti di polizia penitenziaria, ha organizzato un sit in di protesta per ribadire a gran voce, ancora una volta, la situazione di emergenza del carcere di via Burla. “Siamo sotto organico di oltre 150 agenti, la situazione nel carcere di via Burla si è fatta insostenibile” dichiarano gli agenti. Le istanze del Sinappe sono state esposte al prefetto Giuseppe Forlani.
Gianluca Giliberti, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sinappe, chiede attenzione verso le condizioni di sicurezza e lavoro del personale del carcere. Di soli tre giorni fa la notizia dell’agente di polizia penitenziaria colpito al collo con il manico di una scopa da un detenuto. Un colpo così forte che il bastone si è spezzato e l’uomo è finito al Pronto soccorso del Maggiore.
L’obiettivo, come sottolinea Giliberti, non è solo la protesta, ma anche quello di “informare tutta l’opinione pubblica parmigiana sul rischio che il continuo aggravarsi dei problemi di cui sopra possa provocare serie ripercussioni sulla sicurezza del territorio di riferimento”.
Innanzitutto il sindacato contesta la “carenza d’organico dovuta anche ai numerosissimi distacchi in uscita (piu’ di 100), compresi quelli dal carcere alla scuola di formazione della Certosa di Parma, disposti direttamente dal superiore dipartimento, malgrado al momento non siano in atto corsi di formazione; aumento turni di servizio con previsione di lavoro straordinario, revoca riposi, accorpamento posti di servizio; difficoltà a garantire attività trattamentali ai detenuti, indispensabile strumento di rieducazione e riduzione delle tensioni interne”.
Nel mirino in particolare la “situazione esplosiva e prossima al collasso in cui versa il nucleo traduzioni e piantonamenti, i cui addetti, oltre a vedersi revocare riposi e congedi, svolgono, sempre con maggiore frequenza, turni di 12 ore e più, anche presso luoghi esterni di cura; inadeguatezza nuovo reparto detentivo ospedaliero; allarmante aumento degli eventi critici, comprese risse tra detenuti e aggressioni al personale di polizia penitenziaria in servizio nei reparti detentivi che hanno causato infortuni di una certa gravità; mancato rispetto delle circolari dipartimentali e delle norme pattizie in tema di predisposizione di sezioni per detenuti facinorosi, attivazione commissioni modifica posti di servizio e ordini di servizio”.
Gli episodi violenti, come dichiarato dal Gilberti, sono aumentati in modo esponenziale. Sono circa 300 gli agenti in servizio su un organico di 460. Situazione aggravata dopo la chiusura degli Opg. Molti detenuti con problemi psichiatrici, infatti, finiscono ora in carcere aumentando il lavoro e la pericolosità del servizio per gli agenti. La situazione è aggravata anche dal fatto che ci sono molti detenuti con problemi di salute ma il Centro diagnostico terapeutico ha poche disponibilità. Gli agenti sono costretti a quotidiani spostamenti in ospedale per le visite con tutte le difficoltà che comporta l’organizzazione di un già carente organico.
Gli agenti in sit in stamattina hanno chiesto che il personale distaccato temporaneamente in altri istituti penitenziari torni in via Burla. Questo personale ammonterebbe a circa cento agenti.