Le primarie nel Partito democratico ci sono, ma in genere restano una mera enunciazione nello statuto. Così il Pd parmigiano ha perso i comuni di Traversetolo e di Busseto. Ma che qualcosa nel partito non funziona è evidente da tempo. Tanto che all’ultima direzione provinciale, venerdì sera, è arrivato anche il segretario regionale Paolo Calvano. E la sua non era certo una visita di cortesia. La presenza di Calvano è servita soprattutto a blindare la segreteria provinciale di Giampaolo Serpagli, ma è finita pure col fare emergere le diverse anime che convivono nel Pd parmigiano.
A spiazzare tutti ci ha pensato il segretario cittadino Lorenzo Lavagetto, tirando fuori la questione primarie come unico strumento per ricompattare il Pd in vista delle amministrative di Parma 2017. Non si vogliono correre altri rischi. La sconfitta patita da Vincenzo Bernazzoli brucia ancora e la ferita non è affatto rimarginata. Il rischio di una resa dei conti è sempre dietro l’angolo. Primarie aperte alla città e non chiuse a un ristretto club di iscritti ha sostanzialmente chiesto Lavagetto.
Una posizione piaciuta poco proprio a Calvano, a Serpagli e al senatore Giorgio Pagliari, che non hanno lesinato eccezioni. Secondo molti osservatori, proprio Pagliari – in uscita come senatore, sempre che la riforma costituzionale superi il voto popolare – dovrebbe essere il candidato di bandiera per la conquista del Comune di Parma. Ed è forse per questo che in tanti si sono affrettati a chiedere le primarie, non ultimo il capogruppo in consiglio comunale Nicola Dall’Olio, l’avvocato Massimo Rutigliano che si è detto pronto a partecipare e persino il consigliere di Parma Unita, Roberto Ghiretti che invita a superare la logica dei personalismi.
Strano che la richiesta dell’applicazione di una norma statutaria così importante debba arrivare dal basso, ma nel Partito democratico parmigiano accade anche questo. Gian Domenico Pedretti da Traversetolo docet, sospeso dal partito proprio alla vigilia della direzione provinciale per essersi candidato in contrapposizione alla lista ufficiale creata senza passare dalle primarie anche lì chieste a gran voce. Ma i tempi sono stretti. L’impegno imminente e non facile è quello del Referendum costituzionale di ottobre, in cui tutti i militanti saranno chiamati a salvare le sorti del Governo di Matteo Renzi prima ancora che l’Italia. Impossibile, dunque, aprire un percorso di primarie aperte prima della tornata referendaria. Ma per coloro che chiedono a gran voce lo strumento partecipativo per eccellenza, sarebbe un grave errore legare il destino delle amministrative di Parma all’esito del referendum.
La partita, dunque, è apertissima. Le posizioni sono piuttosto distanti e non sembrano facilmente colmabili neppure in seno alla prossima assemblea cittadina del Pd di Parma, chiamata a decidere il percorso verso le amministrative 2017.