La ripresa c’è, ma resta quantomeno incerta. A trascinare l’economia parmigiana è ancora l’export, ma il mercato del lavoro segna un altro segno negativo. Nonostante il job act. Sono questi i principali contenuti della Giornata dell’Economia promossa dalla Camera di Commercio di Parma per fare luce sui dati relativi al 2015 e ai primi mesi di quest’anno. Ed è proprio il 2016 a frenare l’ottimismo delle imprese parmigiane che nel primo trimestre registrano un calo della produzione industriale pari allo 0,6%, mentre l’artigianato che da anni vive una spirale negativa segna un altro -1,3%. Molto è dovuto ancora una volta alla stagnazione del mercato interno, mentre l’export continua a sostenere l’economia parmigiana.
Le merci partite da Parma verso l’estero nel 2015 hanno fruttato 6,342 miliardi di euro, in crescita di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. La maggior parte, il 63,4%, è finito sul mercato tradizionale di riferimento, ovvero l’Europa, con la Francia come primo cliente (14%) e la Germania (11,4%), mentre per quanto riguarda il resto del mondo sono gli Usa a guidare la classifica con il 9,8% delle importazioni di prodotti made in Parma. Le sanzioni russe si fanno sentire ancora, tanto che le esportazioni verso Mosca sono calate del 10,5%. Export che continua a tirare anche nel primo trimestre 2016, con un tendenziale +1,5%. Il settore più vocato all’export nel 2015 è stato quello della meccanica con il 39,4%, mentre il food arriva al 23,7% e il farmaceutico al 14,4%.
Preoccupano, invece, è non poco, i dati relativi all’occupazione. Nel 2015 a Parma gli occupati sono calati dell’1,8% rispetto al 2014, trascinando giù il tasso di occupazione che si attesta ora al 67,2%. Non proprio positivo, in questo caso, anche il calo della disoccupazione al 6,9% contro il 7,1% dell’anno precedente. In quanto ad aumentare sono coloro che non cercano più il lavoro. In attesa di un’occupazione a Parma sono adesso in 14mila a fronte di 78mila inattivi. I posti di lavoro sono stati cancellati dalla crisi, così come circa 2.500 imprese perse dal 2008 ad oggi. In calo anche il ricorso alla cassa integrazione.