Ospedali privati dell’Emilia Romagna in fibrillazione per le novità che potrebbero presto arrivare a livello nazionale e che porterebbero al divieto per i cittadini di farsi curare presso strutture al di fuori della regione di residenza. L’Aiop (Associazione italiana dell’Ospedalità Privata) regionale si è riunita a Bologna, nella sede di Confindustria, per puntare l’attenzione soprattutto sul comma 574 della Legge di Stabilità 2016, dal quale potrebbe arrivare il divieto alla mobilità interregionale attiva dei pazienti.
Il presidente regionale Bruno Biagi ha riferito ai rappresentanti delle 50 strutture ospedaliere private dell’Emilia Romagna, fra le quali anche quelle di Parma, le informazioni ricevute dai vertici della Regione, secondo le quali si sta facendo strada, in Conferenza Stato-Regioni, una visione restrittiva della possibilità per i cittadini di potersi curare liberamente su tutto il territorio nazionale.
Secondo Aiop questa prospettiva costituisce una grave violazione del dettato costituzionale (libertà di scelta del luogo di cura) considerando che, in un momento in cui l’Europa ha appena sancito la libertà di cura tra i vari stati, il cittadino italiano si troverebbe a dover superare ostacoli e filtri per potersi muovere all’interno del territorio nazionale. “Tanto più se si pensa che questo – si legge nella nota dell’Aiop – premierebbe l’inefficienza di alcune Regioni, fortemente indebitate ed in “piano di rientro”, a scapito di Regioni come la nostra, e poche altre, che in questi vent’anni hanno dato prova di saper gestire la sanità. Nel solco di questa paventata iniziativa si è già schierata una Regione, la Valle d’Aosta, la quale ha già imposto con delibera il divieto di circolazione per i propri cittadini, comportamento al quale si sono subito adeguate, in modo sorprendente – continua la nota – alcune Ausl della Regione Emilia-Romagna. Il sistema pubblico-privato dell’Emilia-Romagna, grazie alla sua eccellenza, ha permesso di attrarre presso i propri ospedali un gran numero di cittadini italiani alla ricerca di qualità e di servizi. Questo flusso ha sviluppato le possibilità occupazionali e l’incremento di professionalità che non è lontano dal vero valutare in decine e decine di milioni di euro, favorendo quindi un ottimo livello di cura anche per i nostri cittadini. Al contempo ha alimentato un indotto che per le sue ricadute sulle attività economiche del territorio ha acquisito dimensioni rilevanti”.
Uno stop alla libera circolazione dei pazienti rappresenterebbe quindi un danno non indifferente per tutto il sistema economico, senza considerare gli investimenti fatti dalle singole realtà private pensando di poter contare su un bacino più ampio di utenti.
L’Assemblea dell’Aiop ha quindi chiesto – visto che l’Emilia Romagna detiene anche la presidenza della Conferenza Stato-Regioni, “un dichiarato forte impegno da parte dei
vertici della Regione per la difesa di un principio valido per se e le cui ricadute sul
territorio sarebbero estremamente gravi”.