Terzo trimestre 2015 in chiaroscuro per l’economia parmigiana, con una ripresa ancora debole e qualche timido segnale positivo in arrivo dall’artigianato. Per il commercio, invece, si registra una nuova battuta d’arresto. Questo in sintesi il quadro reso noto dalla Camera di Commercio di Parma, relativo al periodo luglio, agosto e settembre 2015, che tuttavia conferma la tendenza emersa nei due trimestri precedenti.
INDUSTRIA – La produzione dell’industria in senso stretto, nel terzo trimestre 2015 è rimasta invariata rispetto allo stesso periodo del 2014, a fronte della flessione dello 0,2 per cento rilevata mediatamente nei dodici mesi precedenti. L’andamento settoriale non è stato uniforme, con attività già fuori dalla recessione e altre no: è il caso delle industrie della moda (-6,3 per cento) e della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,5 per cento). La produzione è invece aumentata nell’eterogeno gruppo delle “altre imprese”, che include anche chimica, carta-stampa-editoria (+2,4 per cento), mentre gli altri settori hanno registrato variazioni positive decisamente basse. La produzione è aumentata nelle imprese minori, fino a 9 dipendenti (+0,8 per cento) e calata lievemente in quelle piccole e medie.
Il fatturato ha registrato un andamento migliore di quello della produzione: tra luglio e settembre 2015 è infatti cresciuto dell’1,6 per cento, in controtendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-0,4 per cento). I risultati migliori sono stati ottenuti dalle imprese alimentari (+3,7 per cento), dalle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+2,5 per cento), dalle altre industrie manifatturiere (+2,4 per cento) e da quelle del legno e del mobile (+1,8 per cento). Le contrazioni hanno riguardato le industrie della moda (-6,2 per cento), della lavorazione dei minerali non metalliferi (-2,5 per cento) e del trattamento dei metalli (-1,1 per cento).
Il fatturato è cresciuto soprattutto nelle imprese da 50 a 499 dipendenti (+2,4 per cento). Nelle piccole, da 10 a 49 dipendenti, si è attestato al +1,4 per cento, mentre nelle imprese minori (fino a 9 dipendenti) la crescita non andata oltre al +0,1 per cento.
La crescita tendenziale del fatturato estero provinciale è stata dell’1,0 per cento, in rallentamento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (+2,1 per cento). A trainare la crescita delle vendite all’estero sono state le industrie alimentari (+5,1 per cento), del legno e mobile (+5,8 per cento) e, in misura minore, quelle della moda (+1,0 per cento). Valori negativi, invece, nei settori del trattamento dei metalli e altre industrie manifatturiere (rispettivamente -3,7 e -0,3 per cento). Le esportazioni sono cresciute solo nelle imprese da 50 a 499 dipendenti (+1,9 per cento).
Nessun segnale di risveglio, infine, per gli ordini nel settore industriale: da luglio a settembre la variazione rispetto allo stesso periodo del 2014 è stata dello 0,0 per cento. In ambito settoriale gli ordini sono aumentati soprattutto nelle “altre imprese manifatturiere” (+3,4%), nelle imprese alimentari (+2,9 per cento) e del legno e mobile (+1,8 per cento). Netto calo invece nei settori della moda, nelle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto e in quelle della lavorazione minerali non metalliferi.
ARTIGIANATO MANIFATTURIERO – Nel terzo trimestre del 2015 sono lievemente cresciuti produzione, fatturato e ordini, confermando così la timida ripresa in atto dal primo trimestre. Nessun miglioramento invece nelle vendite all’estero. La produzione è cresciuta dello 0,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014, in controtendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,9%). Per le vendite è stato registrato un aumento dello 0,3 per cento per cento, segnando anche in questo caso un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo dell’1,9 per cento. Nelle vendite all’estero, che riguardano un ristretto numero di imprese, c’è stato un calo del 5,8 per cento, in peggioramento rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,7 per cento).
COSTRUZIONI – Andamento ancora negativo, anche se meno pesante di quello del trimestre precedente. Tra luglio e settembre 2015 il volume d’affari è calato del’1,7 per cento, in alleggerimento rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,5 per cento).
COMMERCIO AL DETTAGLIO – Nel terzo trimestre del 2015 le vendite al dettaglio hanno subito una battuta d’arresto, dopo la decisa svolta positiva (+4,5 per cento) registrata nel primo trimestre dell’anno e confermata nel secondo. Da luglio a settembre del 2015 le vendite a prezzi correnti sono infatti calate dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014.
Sono state le vendite del commercio al dettaglio specializzato in prodotti alimentari a segnare il risultato più pesante, con un calo pari al 2,6 per cento. Le vendite del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari hanno invece registrato un calo molto più lieve (-0,5 per cento). In particolare le vendite di abbigliamento ed accessori scendono del 2,6 per cento, mentre quelle dei prodotti per la casa ed elettrodomestici crescono dell’1,3 per cento. Stabili le vendite degli altri prodotti non alimentari (+0,0 per cento).
Positive anche le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, con una variazione tendenziale del +1,3 per cento. Sotto il profilo dimensionale l’andamento negativo riguarda tutte le imprese: a calare maggiormente sono gli esercizi di piccola dimensione, fino a 5 dipendenti e da 6 a 19 dipendenti (-1,5 per cento).