Dal passato saltano fuori nuovi debiti per il Comune di Parma per un totale di oltre 8 milioni di euro. Creditori sono la Presidenza del Consiglio dei Ministri per 1,8 milioni e Iren per oltre 6 milioni di euro. Due vicende distinte, ma che rischiano di minare i delicati equilibri di bilancio dell’ente di piazza Garibaldi. Su entrambe le questioni aperte si dovrà pronunciare la magistratura e i tempi potrebbero essere lunghi, ma il rischio è che anche il debito lieviti di pari passo a causa degli interessi passivi.
La prima vicenda è relativa all’esproprio di un terreno avvenuto a Parma nel 1980 di proprietà della famiglia Bortesi, per il quale, dopo oltre vent’anni di battaglie legali tra il proprietario (deceduto nel 1999) e il Comune, la Corte europea dei diritti dell’uomo, alla quale si sono rivolti gli eredi che vivono a Felino, ha condannato l’Italia a risarcirli con 1,8 milioni di euro. Soldi che adesso Palazzo Chigi – con una nota recapitata a fine maggio – chiede all’amministrazione del sindaco Federico Pizzarotti. La quale non ci sta ed ha già dato mandato all’Avvocatura municipale di predisporre il ricorso davanti al Tribunale civile di Roma.
Ma il Comune di Parma è stato a sua volta trascinato in tribunale, in questo caso quello di Bologna, da Iren Spa che chiede il pagamento di 5.582.184,25 di euro per le fatture non pagate prima dall’amministrazione del sindaco Pietro Vignali e poi dal commissario Mario Ciclosi. I debiti si riferiscono alla manutenzione del verde pubblico cittadino sotto la gestione Vignali, prima dello scoppio del caso Green Money che ha coinvolto anche funzionari dell’allora Enìa. L’amministrazione Vignali non ha pagato e non lo ha fatto neppure il commissario Ciclosi, in attesa della definizione del procedimento penale.
Ma Iren nel 2014 ha presentato un decreto ingiuntivo e ora Ireti Spa, il nuovo gruppo che ha inglobato Iren Spa, trascina il Comune davanti al tribunale di Bologna per chiedere il pagamento di un debito che, con l’aggiunta dell’Iva, degli interessi e di oneri vari ha intanto superato i 6 milioni di euro.
La prima udienza a Bologna è già fissata per il 14 luglio prossimo e l’amministrazione Pizzarotti ha già dato mandato all’Avvocatura municipale di resistere in giudizio. Secondo quanto riportato nella delibera di giunta, infatti, il responsabile del Settore Lavori pubblici “dichiara che dalle verifiche effettuate non risultano documenti che giustificano ed approvano il pagamento delle somme richieste da Ireti Spa e ritiene opportuno costituirsi in giudizio”.