Condannato a un anno e 8 mesi ma la pena è sospesa. Oggi, davanti al gup Paola Artusi, un 35enne di Sorbolo – accusato di maltrattamenti, violenza privata e lesioni nei confronti della sua ex compagna – ha preferito chiudere la vicenda patteggiando la condanna a un anno e 8 mesi di reclusione.
Per anni la donna, una parmense di 33 anni, avrebbe subito violenze da parte del convivente. L’uomo, accecato dalla gelosia, pretendeva infatti di controllarla di continuo e la pedinava. Controllava sempre il suo cellulare, la insultava pesantemente e la umiliava. Più volte sono capitati anche casi di violenza fisica, in cui la strattonava e spintonava fino a farla cadere per terra.
Quando la donna ha deciso finalmente di chiudere questa relazione a dir poco malata, l’incubo però non è affatto svanito. Anzi. La ragazza, nel luglio del 2014, si è ritrovata davanti casa l’uomo che l’ha costretta a consegnargli le chiavi dell’abitazione perché voleva assolutamente controllare i suoi telefoni. Durante quelle fasi concitate, inoltre, l’uomo le ha afferrato con una tale forza il braccio da fratturargli l’ulna. Al pronto soccorso la donna ha rimediato così 40 giorni di prognosi. E’ stata la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il calice, tanto che la 33enne ha deciso di denunciare il suo calvario ai carabinieri. Oggi, in tribunale, la parola fine: un anno e 8 mesi di reclusione.