Berceto, non ce l’ha fatta Dante Carcelli. Lunedì i funerali

Berceto, non ce l’ha fatta Dante Carcelli. Lunedì i funerali

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Berceto in lutto per la scomparsa di Dante Carcelli, l’85enne rimasto gravemente ustionato dopo l’esplosione di una bombola del gas nella sua casa a Tugo di Berceto (leggi). Ricoverato dal 6 febbraio scorso all’Ospedale Maggiore, l’uomo che aveva riportato profonde bruciature sul 50 per cento del corpo, si è spento nella giornata di oggi.

Ferito insieme a lui dall’esplosione, anche il fratello Aldo Carcelli, ma le sue condizioni non erano gravi tanto che il giorno dopo è stato dimesso dal Maggiore. I funerali di Dante Carcelli si terranno a Berceto lunedì pomeriggio. Il corteo funebre partirà alle 14 dalla camera mortuaria dell’ospedale Maggiore.

Anche il sindaco Luigi Lucchi ha voluto dare l’ultimo saluto a Dante Carcelli.

Sono molto dispiaciuto per la morte “assurda” di Dante – dice Lucchi -. Sono dispiaciuto perché perdo un amico. Una persona gentile con una grande ma semplice dignità. Era importante parlare con Dante e riuscivo a farlo tutte le domeniche incontrandoci in piazza. Gli chiedevo consigli e soprattutto capivo, da lui, se l’azione amministrativa era volta a tutti, proprio a tutti e non fosse indirizzata solo ad alcuni settori come spesso accade se ci si chiude, come amministratori, in una torre d’avorio grande o piccola. Era mio desiderio far sentire, come mi è possibile, il Comune vicino a persone che non hanno mai chiesto nulla, preteso nulla. Persone che hanno amato la loro terra. Hanno sempre lavorato. Hanno investito i loro risparmi per avere abitazioni dignitose. Sentirsi tranquilli anche con il poco che gli veniva restituito, con la pensione, dallo Stato.

Proprio un colloquio con Dante mi induceva, nel 2013, a scrivere al Presidente Napolitano (senza risposta) per far presente che le persone come Dante venivano umiliate dallo Stato ingordo che carpiva con tasse statali e comunali la loro serena vecchiaia mettendoli in apprensione. Dante, con molta umiltà, il cuore gonfio, ma lo sguardo da uomo dignitoso, mi chiedeva la rateizzazione, solo per quell’anno, dell’IMU. Triste, per un politico vero, appassionato, constatare come il nostro Paese riesca ad umiliare le persone che hanno sempre dato senza pretendere nulla. Dante ha sempre lavorato. Ha avuto una vita dura, non fortunata, ma è sempre riuscito con gentilezza, pacatezza, a non sbuffare, a non prendersela con il destino, la società, gli altri. Succede spesso, infatti, che ognuno di noi, attribuisca la colpa agli altri. Dante no.

S’è guadagnato la vita facendo il muratore e a lavorare per anni per l’impresa che restaurava, a Parma, la Pilotta. I lavori più delicati, perfetti, venivano commissionati a Dante. Aveva cognizione, senso del bello, gusto e mani d’oro – conclude il sindaco Lucchi -. Ho avuto modo di conoscerlo, vederlo lavorare, prendere per lui complimenti sperticati dai più bravi architetti che ammiravano, stupiti, un suo muro in sasso. Un muro in sasso di soli 10 cm di spessore. Solo i veri artisti riescono a farlo e Dante era un artista. Non ho mai conosciuto il suo pensiero politico e in definitiva non mi interessa. Guardarlo, conoscere la sua dignità, la sua gentilezza, mi faceva sentire orgoglioso d’essere sempre stato socialista”.

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