Feto nel cassonetto dei rifiuti a Parma, indagati due donne e il...

Feto nel cassonetto dei rifiuti a Parma, indagati due donne e il medico legale

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Un feto di 5 o 6 mesi ritrovato nel cassonetto dei rifiuti fece rabbrividire Parma. Era il giorno di Santo Stefano del 2008. Adesso, ben otto anni dopo, quel passato ritorna e potrebbe presentare il conto a tre persone. Come riporta oggi Gazzetta di Parma, infatti, la Procura della Repubblica di Parma ha iscritto tre persone nel registro degli indagati, nell’ambito di due filoni d’indagine coordinati dal pm Umberto Ausiello. Si tratta della ragazza che allora aveva 24 anni ed era incinta, della sorella che oggi di anni ne ha 37, e del medico legale che allora effettuò l’autopsia sul feto. Due fascicoli d’inchiesta, quindi, uno per le donne, con ipotesi di reato più legate all’aborto, l’altro per il medico – anch’esso donna, oggi in pensione – che effettuò l’autopsia, della quale mancherebbero però importanti documenti che forse avrebbero potuto aiutare l’inchiesta.

La vicenda risale alla sera del 26 dicembre 2008, quando l’allora 24enne si è presentata in ospedale con una forte emorragia, tipica di chi ha partorito. La ragazza parlò al ginecologo di un aborto spontaneo, preceduto da violente fitte e perdita di sangue, confessando però che parte del feto era stata gettata in un cassonetto dei rifiuti nei pressi della casa in cui viveva con i genitori e la sorella. Furono i carabinieri a ritrovare quel corpicino lacerato avvolto in un sacchetto di plastica. L’inchiesta della Procura, subito aperta, si è scontrata con mutismi e omertà, con troppi nodi da sciogliere. Le ragazze dissero subito di aver fatto tutto da sole, ma la versione non appariva convincente. Secondo l’accusa sulla scena dell’aborto ci sarebbero state almeno altre tre persone, rimaste però non identificate. Così come il nome di chi, materialmente, si è disfatto di quel piccolo feto, gettandolo senza pietà nel cassonetto. Al centro dell’inchiesta, sulla quale vige ovviamente il massimo riserbo a così tanti di distanza, è la motivazione di quanto accaduto: si è trattato di un aborto spontaneo, con il conseguente disperato tentativo di portare aiuto alla ragazza in preda ad importanti sofferenze, oppure si è trattato di un aborto clandestino?

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