Qualità dell’aria, nel 2015 a Parma più Pm10. Boom dell’ozono

Qualità dell’aria, nel 2015 a Parma più Pm10. Boom dell’ozono

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A Parma non tira una buona aria, ma le cose vanno molto meglio rispetto al recente passato. E’ quanto emerge dal rapporto 2015 reso noto da Arpae Emilia Romagna. Le polveri fini (PM10 e PM2,5) sono rimasti entro i limiti in regione per quanto riguarda la media annuale, ma in aumento è proprio il PM10. Per le polveri il 2015 è stato un anno in controtendenza, dato che i valori della media annuale, pur rimanendo nei limiti di legge, sono aumentati rispetto al 2013 e 2014 a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche, cioè al perdurare delle condizioni di alta pressione.

Sforamenti Pm10 a Parma nel 2015

pm10 2015

 

Giornate di sforamenti del Pm10 a Parma (anni 2011-2014)

pm10 2011-14

A Parma, invece, nel 2015 solo 3 stazioni su 4  (Colorno/Saragat con 47 superamenti; Parma/Cittadella con 52 e Parma/Montebello con 67 sforamenti del limite di 50 microgrammi per metro cubo di aria) hanno oltrepassato il limite dei 35 giorni di sforamento della concentrazione massima. Le PM2.5 hanno fatto registrare concentrazioni mediamente basse e senza particolari differenze tra città e aree agricole, e neppure tra parchi e strada con traffico.

Il problema grosso rimane però la percentuale di popolazione esposta a più di 35 sforamenti annui di PM10. A Parma è pari al 54,5% dei residenti, vale a dire 214mila su un totale di 393mila. Situazioni analoghe a Ferrara, Modena e Piacenza. Situazioni quindi ben lontane dagli obblighi previsti dal Piano aria integrato regionale (Pair), che prevede di ridurre a zero la frazione di popolazione esposta a più di 35 superamenti annui del limite giornaliero. La situazione migliore si registra a Bologna, in cui la percentuale di popolazione esposta è 1,5%, pari 13.874 persone esposte su 917.264 residenti.

Per il biossido di azoto (NO2), invece, in regione solo 5 su 47 le stazioni che hanno registrato medie annuali al di sopra dei limiti consentiti. A Parma, invece, nessuna delle stazioni ha fatto registrare una media annuale al di sopra dei limiti consentiti.

La situazione più critica è quella dell’ozono (O3), benché dal 2011 le concentrazioni siano in netta diminuzione, questo inquinante continua a registrare in tutta la regione e nella provincia di Parma valori superiori ai limiti. Con una popolazione esposta pari al 100% sia in regione sia a Parma, con grave rischio per anziani, bambini e soggetti sensibili invitati a restare in casa e a non effettuare sforzi fisici durante le ore più calde. La caldissima estate 2015 ha un po’ complicato la situazione da questo punto di vista. La concentrazione più elevata di ozono in Emilia Romagna nel 2015 – ben 235 microgrammi per metro cubo, registrata il 3 luglio alle 16 – si è avuta proprio a Langhirano. A Parma-Cittadella nella stessa giornata si è arrivato a quota 228 microgrammi/m3.

Continuano, invece, a non presentare criticità gli inquinanti primari, quali monossido di carbonio, benzene e biossido di zolfo, che risultano ampiamente al di sotto dei limiti.

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