Firmato il prezzo per il pomodoro da industria a 85,20

Firmato il prezzo per il pomodoro da industria a 85,20

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pomodoroE’ stato firmato ieri, 17 maggio, a Parma, il contratto per il pomodoro da industria nel distretto del Nord. Le industrie pagheranno 85,20 euro a tonnellata agli agricoltori produttori dell’oro rosso. L’intesa è stata firmata in serata da Confapi Industria Emilia Romagna, mentre Aiipa (Confindustria) stava ancora trattando.La produzione è stata fissata in 2 milioni e 550mila tonnellate: se verrà superata scatteranno le penalizzazioni per i produttori dopo penalizzazioni.

La trattativa ha visto di fronte le industrie di trasformazione rappresentate da Aiipa e Confapi Industria Emilia Romagna e le maggiori associazioni di agricoltori del Nord, dove si produce il 50% del pomodoro italiano. L’accordo riguarda le principali regioni produttrici: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana.

«Esprimiamo soddisfazione per la chiusura della trattativa – ha affermato Cristian Camisa, presidente Confapi Industria Emilia Romagna – in un comparto fondamentale per territorio. Abbiamo consapevolezza che sia la parte agricola sia quella industriale hanno fatto grossi sacrifici per arrivare ad una sintesi utile allo sviluppo di entrambi i comparti».

I produttori avevano avanzato una richiesta di 89 euro la tonnellata, mentre le imprese della trasformazione ne avevano offerti 80. Erano insorte le associazioni di categoria, Confagricoltura e Coldiretti, sostenendo che con quel prezzo non si sarebbero sostenuti i costi di produzione e che le offerte degli industriale erano inferiori a quelle del 2015 (92 euro la tonnellata). Secondo gli industriali, invece, il prezzo del pomodoro italiano è quello più caro del mondo: negli Usa è pagato 64 dollari la tonnellata, mentre in Spagna 73.

“La trattativa è stata complessa. Ma ora l’accordo è stato raggiunto e le parti, agricola e industriale, hanno dimostrato di voler continuare ad operare in trasparenza investendo anche in progettualità per incrementare qualità e produttività. Non vi sono molte filiere in Italia che riescono a raggiungere un accordo, fra produttori e trasformatori, per la campagna annuale”.

Questo il commento del presidente dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia Pier Luigi Ferrari in merito alla definizione dell’Accordo quadro d’area Nord per il pomodoro da industria.

“Ora per l’OI, che ricordo non aver compiti per quanto riguarda la fase della contrattazione riservata ai soggetti economici della filiera – aggiunge Ferrari – inizia un intenso lavoro di predisposizione di tutti gli strumenti necessari per la sottoscrizione dei singoli contratti rientranti nell’accordo quadro appena raggiunto. Ogni singolo contratto dovrà essere depositato all’OI per la verifica del rispetto degli impegni presi nel contratto quadro e per l’avvio della preziosa attività di elaborazione dati dell’OI fra cui il dato per il raggiungimento degli obiettivi di filiera da cui dipende la premialità o la penalità di programmazione. In questo modo, grazie al lavoro congiunto di tutti i soggetti coinvolti e dell’OI, la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia dimostra di saper rinsaldare la volontà di lavorare insieme fra produttori e trasformatori anche in anni difficili, definendo chiari e trasparenti impegni tra le parti”.

A Cibus, la Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da Industria del Nord Italia ha presentato i dati più recenti sulla produzione italiana. Nel 2015 la produzione è stata di 5,3 milioni di tonnellate (+9,9% rispetto al 2014). Poco più di 2 milioni di tonnellate soddisfano il mercato interno (39%), mentre il resto è destinato all’export.

L’Italia è il terzo produttore al mondo dopo la California e la Cina, ma è il primo per valore di conserve, polpa, pelati, passate e concentrato: il 61% del pomodoro destinato all’export genera infatti, secondo dati 2014, un business di 6,4 miliardi di dollari. L’Italia, con il 34%, precede Cina, Usa, Paesi Bassi e Portogallo. Il primo mercato è l’Europa, seguito da Stati Uniti, Giappone e Australia.

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