Doveva partire per il Brasile, ma un incidente in autostrada gli aveva fatto perdere il volo. In vano aveva tentato di contattare la compagnia aerea, l’Iberia, e altrettanto invano si era mossa l’agenzia viaggi che aveva preparato il biglietto allo sfortunato 74enne.
Così, bloccato per ore sull’A1 poco prima di Reggio Emilia, dove un pullman e un tir pieno di conserve di pomodoro si erano urtati, schiantandosi contro il guard rail e occupando poi tutta la carreggiata, causando venticinque feriti, aveva telefonato a vuoto per ore.
Una volta in aeroporto, l’amara sorpresa: il volo era già alto in cielo, nessun rimborso e nessuna possibilità di ottenere un biglietto per la tratta successiva.
Così l’uomo ha tentato le vie legali, per vedere tutelati i suoi diritti di consumatore. E dopo che l’Iberia non si è nemmeno presentata ai tentativi di conciliazione, il Giudice di Pace gli ha dato ragion, citando l’articolo 945 del decreto legislativo 96 del 9/5/2005: “Se la partenza del passeggero è impedita per cause a lui non imputabili, il contratto di viaggio è risolto e il vettore restituisce il prezzo del passaggio già pagato”.
Un sentenza che farà sicuramente giurisprudenza, tutela i consumatori e ha costretto l’Iberia a rifondere anche li interessi legali al parmigiano.
Che ora chissà che non se ne vada davvero in Brasile.