Sulla “Multopoli” di Parma arrivano le smentite ufficiali da parte del Movimento 5 Stelle. Marco Vagnozzi, presidente del consiglio comunale, uno degli accusati principali da Filippo Greci, presidente del Movimento Nuovi Consumatori (la denuncia), ha infatti indetto una conferenza stampa per chiarire la situazione.
Innanzitutto arriva una precisazione per quanto riguarda la motivazione che avrebbe fatto revocare i preavvisi di multa. “Nel documento redatto dal comandante Gaetano Noè, tra le motivazioni, non c’è scritto solo buona fede – precisa Vagnozzi – ma c’è scritto che i suddetti veicoli posseggono il permesso necessario e solo dopo quindi si precisa che la buona fede ci sarebbe stata perché i consiglieri comunali sapevano di essere in possesso di regolare permesso”.
Come dichiara Marco Vagnozzi, dal giorno dell’insediamento, 14 giugno 2012, gli uffici comunali hanno provveduto a preparare tutti i documenti e gli strumenti necessari per permettere a consiglieri e assessori di svolgere il loro lavoro ufficiale. Si tratta quindi di badge, permesso per la Ztl e telecomando per accedere al tanto discusso parcheggio municipale. “Ammetto che ci sono stati diversi conflitti all’interno dei vari uffici del Comune ma di fatto noi eravamo in possesso di regolari permessi”, precisa Vagnozzi.
“Il signor Greci ha poi dichiarato anche fatti falsi – continua il presidente del consiglio comunale – perché sostiene che il permesso per quel parcheggio lo avrebbe solo il sindaco e pochi altri. Il permesso invece è previsto per tutte le persone che hanno a che fare, per motivi lavorativi, con il Municipio; che siano dipendenti comunali o esterni che si trovano a dover accedere all’edificio: donne delle pulizie, rifornitori delle macchinette eccetera”.
Tutto è iniziato con una multa. Una di quelle che, arrivati a sera, finisce per rovinare tutta la giornata. L’assessore Marco Ferretti e lo stesso Vagnozzi, uscendo dal Municipio verso le 21, si accorgono della contravvenzione. Il giorno dopo si sono quindi mossi per risolvere la questione. Essendo pubblici ufficiali non potevano rivolgersi al giudice di pace per fare ricorso contro la multa. Si sono quindi rivolti alla Prefettura per segnalare l’errore. “Procedura che tra l’altro è permessa a tutti i cittadini e non solo a noi – precisa Marco Vagnozzi – ma noi non potendo ricorrere al giudice di pace siamo costretti a percorrere quella via”.
Inoltre pare ci sia anche un vizio di forma nella tanto incriminante contravvenzione. Si legge infatti nel preavviso di multa: sosta in zona di divieto di transito. “Io invece ho parcheggiato nelle apposite linee all’interno del parcheggio – dice Vagnozzi -. Non ho commesso illeciti, non ho abusato di ruolo. Chiunque affermerà il contrario – tuona il presidente – sarà convocato in Tribunale”.
Anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Marco Bosi – finito anche nel mirino dei sindacati (leggi) – interviene per sottolineare che “la cosa che da più fastidio è che sia passato il messaggio che quelli dei 5 stelle si facciano togliere le multe. Cosa assolutamente non vera ed è ben diverso quello che è successo. La cosa grave è anche che all’interno del Comune ci sia qualcuno che abbia rilasciato dei documenti privati che sono soggetti a privacy. E’ una grave violazione e abbiamo già avviato dei provvedimenti interni. Se un dipendente comunale voleva fare chiarezza su una possibile infrazione, la mossa giusta non era certo quella di rilasciare questi documenti al Movimento Nuovi Consumatori”.
Il nocciolo della vicenda forse lo indica bene il consigliere Alfonso Feci: “E’ evidente che è iniziata la propaganda politica in vista delle elezioni”. E Stefano Fornari chiosa: “Sul nulla infatti sono state create queste polemiche in questi due giorni”.
Arianna Belloli