Intesa Sanpaolo: 900 milioni in 3 anni al settore agroalimentare

Intesa Sanpaolo: 900 milioni in 3 anni al settore agroalimentare

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DSC_0614ASono 900 i milioni che le imprese e le filiere del settore agroalimentare dell’Emilia Romagna riceveranno in tre anni, al fine di promuovere la crescita e le opportunità di impiego lavorativo in un comparto strategico per l’economia della regione che potrebbero potenzialmente generare in Emilia Romagna circa 3,4 miliardi di nuovi investimenti.

E’ questo l’accordo, presentato oggi a Bologna, tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) e Intesa Sanpaolo, che ha reso disponibile a livello nazionale un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni per incentivare investimenti in innovazione, agevolare l’export e i processi di internazionalizzazione, favorire interventi di ricambio generazionale e di formazione delle risorse.

Al centro dell’incontro il rapporto tra mondo del credito, istituzioni e agricoltura, alla luce delle nuove risorse economiche e delle misure anti crisi varate per rilanciare il settore, nonché l’illustrazione delle risorse e delle opportunità di accesso al credito per le imprese e le filiere dell’agroalimentare.

L’accordo si propone anche di facilitare l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai Piani di sviluppo rurale (PSR) per il periodo 2014-2020 che assegnano all’Emilia Romagna risorse per 1,2 miliardi di euro. A tal fine Intesa Sanpaolo promuove una serie di interventi finanziari e consulenziali in collaborazione con i principali interlocutori del territorio, affinché le imprese agricole e agroalimentari possano cogliere opportunità di investimento e accedere più facilmente ai fondi strutturali anche attraverso prodotti finanziari specifici.

In collaborazione con Ismea, l’ente pubblico che fornisce servizi finanziari, assicurativi e informatici alle imprese agricole, si avvierà anche un’indagine conoscitiva con l’obiettivo di migliorare il posizionamento delle imprese rispetto alla capacità di accesso al credito.

Per favorire la ripresa nel nuovo contesto competitivo, Intesa Sanpaolo ha inoltre deciso di rafforzare i benefici della moratoria prolungando di ulteriori 12 mesi il periodo di sospensione dei mutui, portando la misura a 24 mesi per il comparto ortofrutticolo e l’intero settore agroalimentare.

“La convergenza tra politiche industriali e politiche creditizie – ha sottolineato Luca Severini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – è importante per assicurare adeguato sostegno al settore agroalimentare, e in particolare alla filiera ortofrutticola emiliano-romagnola, con l’obiettivo di valorizzare una delle eccellenze del made in Italy”.

L’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha evidenziato l’elevata incidenza della filiera ortofrutticola sull’intero settore agroalimentare e sull’economia italiana. L’Italia è leader in Europa per la produzione del settore conserviero con un valore della produzione di quasi 10 miliardi di euro e seconda per superficie agricola destinata a frutta, ortaggi, legumi. Negli ultimi anni il settore è stato protagonista di una forte crescita delle esportazioni, grazie anche all’elevato livello qualitativo delle produzioni italiane, testimoniato dal numero di certificazioni ottenute e dalla significativa incidenza delle coltivazioni biologiche.

In ambito nazionale L’Emilia Romagna, terza regione per superficie agricola dedicata al comparto e seconda per esportazioni e per addetti nel settore conserviero, gioca un ruolo primario grazie ad una filiera integrata di alta qualità, che nel 2015 ha generato oltre 1,2 miliardi di euro di esportazioni, con una forte prevalenza della produzione di succhi di frutta e conservazione di ortaggi. Negli ultimi anni il settore dell’ortofrutta ha vissuto una fase di cambiamento e polarizzazione dei gusti dei consumatori e di forte crescita delle pressioni competitive sui mercati internazionali. Per rispondere a queste sfide il sistema dell’ortofrutta dell’Emilia Romagna dovrà puntare maggiormente sulle coltivazioni biologiche (sempre più apprezzate all’estero), potenziare le logiche di filiera, accrescere il livello di competenze e agevolare un ricambio generazionale nella manodopera per immettere nuove energie e sostenere l’innovazione e la qualità.

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