Un’articolata indagine da parte della Guardia di Finanza di Treviso nei confronti di una società trevigiana, l’Azienda Officina Zanatta di Falzè di Trevignano, dichiarata fallita nel 2014, ha fatto emergere agli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria che i tre imprenditori hanno depauperato il patrimonio societario di oltre 4,8 milioni di euro, costituito da cespiti, magazzino e il denaro, distratto senza alcuna giustificazione commerciale. L’azienda operava da oltre vent’anni nel settore della fabbricazione di infissi metallici.
Tra i tre uomini indagati uno è di Parma, Paolo Signifredi di 53 anni. Gli uomini erano già destinatari di ordinanze restrittive personali disposte dall’Autorità Giudiziaria di Treviso.
Gli accertamenti svolti dai Finanzieri hanno permesso di rilevare che i due amministratori e soci fondatori della società fallita, a fronte di una irreversibile crisi di liquidità ed al fine di sfuggire ai creditori, hanno modificato la denominazione sociale e trasferito la sede legale in un’altra regione presso un indirizzo inesistente. Indirizzo già utilizzato, tra l’altro, come sede da parte di altre imprese fallite. Hanno poi ceduto la proprietà e la carica di amministratore, secondo gli inquirenti, ad un faccendiere con significativi precedenti di bancarotta, ossia il 53enne parmense Paolo Signifredi, già in carcere a causa del crack del gruppo “Dal Ben”. Quest’ultimo ha posto in essere ulteriori operazioni predatorie, dilapidando le residue disponibilità bancarie trasferendole su un proprio conto corrente estero, rinominando poi l’azienda in Nodo Srl.