Beni e partecipazioni in nove società per un totale di oltre 300 mila euro. E’ questa l’entità del sequestro, effettuato dagli investigatori ai danni di un imprenditore di origini calabresi, ritenuto attiguo alla cosca Grande Aracri, attiva tra i territori di Parma, Reggio Emilia e Modena.
In data odierna, su delega della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), con la collaborazione del G.I.C.O. del Nucleo PEF di Bologna e dei Nuclei PEF di Reggio Emilia, Parma, Mantova, Crotone e La Spezia, ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di beni, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna nei confronti di un imprenditore di origini calabrese, ritenuto attiguo alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri.
In particolare, sono stati sottoposti a sequestro beni e partecipazioni di nove società per un ammontare di oltre 300 mila euro. Le indagini sono scaturite a seguito di un’interdittiva antimafia, emanata dalla Prefettura di Reggio Emilia, nei confronti di una serie di società, operanti nel settore edile, riconducibili al citato imprenditore ed inserite, inizialmente, nel circuito delle imprese preposte all’opera di ricostruzione avviata successivamente all’evento sismico del 2012 che ha interessato le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia.