Smart working: tra coworking e dotazioni aziendali

Smart working: tra coworking e dotazioni aziendali

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Tutti noi sappiamo che la pandemia ha portato dei significativi cambiamenti nella nostra società. Cambiamenti che avvertiamo a livello quotidiano, e che coinvolgono vere e proprie rivoluzioni come lo smart working e la didattica a distanza. Noi oggi ci concentreremo proprio sullo smart working, su altre pratiche come il coworking e sulle dotazioni aziendali ai dipendenti.

Le dotazioni aziendali: un approfondimento

Ogni azienda può concedere al lavoratore dei supporti tecnologici rientranti nella categoria delle dotazioni aziendali. Si fa riferimento ad una lista di dispositivi consegnati al dipendente per favorirlo durante lo svolgimento dei propri compiti assegnati dall’impresa. 

Lo smartphone chiaramente rientra in questo elenco, ma è bene sottolineare che il telefonino aziendale può essere usato soltanto per le faccende di lavoro, a meno che non sia specificato diversamente. Dal punto di vista delle dotazioni aziendali, è possibile fornire dei supporti come le batterie esterne, che possono essere acquistate anche online. Si fa riferimento ad alcune piattaforme specializzate che forniscono dei powerbank personalizzati con il logo aziendale o con il nome del dipendente. Inoltre, in questo modo si potranno utilizzare in assenza di una presa elettrica nelle vicinanze. È chiaro, comunque, che la lista delle possibili dotazioni aziendali è molto più ampia di così, e include ad esempio i laptop, spesso indispensabili per lavorare, o addirittura le licenze di software particolarmente costosi.

I pc fissi rientrano anch’essi in questo elenco, e lo stesso discorso vale per gli account su vari servizi interni come la posta elettronica. Ad ogni modo, occorre ripetere che ci sono una serie di regole da seguire, che valgono sia per l’azienda (come il rispetto della privacy) sia per i dipendenti che usano questi device.

Il coworking e il nuovo ufficio 2.0

Oggi si sente spesso parlare di coworking, e non deve stupire, considerando che ci si trova di fronte ad una delle tendenze più vive in ambito lavorativo. Il coworking altro non è che il lavoro in uno spazio condiviso fra più professionisti, ed è spesso una scelta che appartiene ai freelance. In realtà questa logica “partecipativa” è stata di recente applicata anche dalle aziende, che hanno deciso di ristrutturare gli uffici basandosi sul coworking. 

Nascono così degli spazi più ariosi e ampi, senza barriere divisorie e senza troppe pareti. L’ufficio 2.0 ha ovviamente il compito di stimolare i dipendenti verso la partecipazione e la condivisione di idee: attività che possono aumentare la produttività in azienda e di conseguenza il fatturato. In realtà il coworking va incontro anche alle necessità dei lavoratori, che possono vivere gli spazi aziendali con maggiore libertà rispetto all’ufficio in stile “stanzino”. Va però detto che in Italia molte aziende sono ancora restie ad adottare questi cambiamenti, ma i passi in avanti sono stati comunque notevoli.

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