Con l’arrivo della bella stagione e le riaperture dei negozi, la voglia di uscire di casa e spendere è tanta. Le vie di tutti i centri storici piene, le vetrine che brulicano di sconti, le file fuori dai principali centri commerciali, sono tutti scenari che ritornano chiaramente davanti ai nostri occhi. In una situazione simile, come potrebbe un negozio sfruttare al meglio l’occasione data dal contesto e massimizzare il numero di clienti e i profitti? Nell’articolo di oggi andremo a vedere una soluzione, nota con il nome “drive to store”, davvero utile per raggiungere questi obiettivi.
Che cos’è il drive to store?
Con questa terminologia individuiamo una serie di operazioni di marketing che puntano, come obiettivo finale, al portare potenziali clienti all’interno di negozi e store, siano questi fisici o online. Tra gli strumenti più diffusi nelle strategie di drive to store troviamo gli SMS e i messaggi di Direct Email Marketing (le mail promozionali, per intenderci).
Esistono varie sfumature di contenuti attraverso cui è possibile attirare utenti in questo senso e raggiungere i risultati prestabiliti. Ad esempio una campagna drive to store, come quella di Ediscom SPA, potrebbe essere calibrata in base a quelle che sono le priorità stabilite, andando ad impattare su un target di pubblico specifico con contenuti ottimizzati. Prima di vedere degli esempi pratici, scopriamo insieme i punti di forza di una strategia drive to store per i negozi fisici!
Drive to store e negozi fisici: un binomio molto forte
Prendiamo come esempio un negozio di abbigliamento, che vuole attirare nuovi clienti e mostrare la nuova collezione stagionale in arrivo. Quale modo migliore se non attirare le persone inviando loro contenuti accattivanti direttamente sugli schermi dei loro smartphone?
Come abbiamo già menzionato nel precedente paragrafo, gli strumenti più utilizzati per raggiungere questi risultati sono SMS e Direct Email Marketing. Attraverso il primo di questi sarà possibile contattare gli utenti in target, mandando loro messaggi contenenti promozioni a tempo limitato, indicazioni stradali per raggiungere lo store oppure un rimando ad una landing page.
Questa “pagina di atterraggio”, spesso legata agli SMS, contiene al proprio interno una serie di informazioni che non sarebbe possibile condividere nei soli 160 caratteri a disposizione, ampliando la portata del contenuto promozionale e mostrando al destinatario informazioni più dettagliate. I contenuti testuali e grafici presenti in una landing page, nel caso di un negozio di abbigliamento, potrebbero mostrare un coupon di sconto tramite codice qr/a barre oppure una gallery contenente l’anteprima di alcuni dei vestiti in vendita.
La stesa tipologia di contenuti, sebbene in forma ridotta, potrebbe presentarsi allo stesso modo anche all’interno di una Mail. Proprio come l’SMS, anche questa ha come obiettivo il portare clienti a visitare dapprima una landing page e poi una landing page, ma permette molta più libertà e spazio di manovra rispetto agli SMS “puri”.
Uno dei grandi vantaggi delle strategie drive to store, inoltre, è la possibilità di tracciare con la massima accuratezza il “customer journey” di tutti quegli utenti che approfittano di un eventuale codice sconto. Segnandosi infatti la data di invio e il momento dell’effettivo utilizzo, sarà possibile trarre una serie di informazioni utili attraverso cui ricalibrare gli invii futuri: meglio SMS o DEM? Quanto tempo è passato dalla ricezione dello sconto all’utilizzo? Qual è lo scontrino medio di chi richiede la scontistica? E così via.
Non ci sono dubbi, per far ripartire l’economia e incrementare i profitti, al giorno d’oggi un negozio dovrebbe inserire nel proprio budget una percentuale dedicata ad operazioni di marketing drive to store. Esistono numerosi vantaggi nello sfruttare quest’approccio e, con l’articolo di oggi, siamo certi di aver catturato se non altro la vostra curiosità.