«E’ evidente la netta correlazione – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – tra variazione dei nuovi casi e il colore delle Regioni di 3 settimane fa».
Infatti, nella maggior parte delle Regioni che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Umbria. Viceversa. Lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca. Continua a crescere però il peso sulle strutture sanitarie: a livello settimanale, aumentano le persone in isolamento domiciliare (528.680 rispetto a 506.761, pari a +4,3%), i ricoveri con sintomi (28.428 rispetto a 26.098, +8,9%) e le terapie intensive (3.546 rispetto a 3.256, +8,9%), mentre calano i decessi (2.327 a fronte dei 2.522, -7,7%«Grazie alle restrizioni nel pieno della terza ondata di Covid-19 si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi casi». Nella settimana 17-23 marzo, rispetto alla precedente, i nuovi contagi sono stati 150.033 rispetto ai 157.677, pari al -4,8%. Ma sale il peso su reparti e terapie intensive e «in 10 Regioni l’incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita». E’ quanto emerge dal nuovo monitoraggio delle fondazione Gimbe.
«Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi – commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe – peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perchè la terza ondata è partita da un ‘altopianò molto elevato di posti letto occupati». Infatti, «le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid in area medica e in terapia intensiva sono superate rispettivamente in 10 e 12 Regioni».