A differenza che nel recente passato si ritiene che il momento adatto a proporre al bebè cibo diverso dal latte, materno o artificiale, sia dal sesto mese in poi. Si considera, infatti, che l’apparato digerente sia adesso maturo per elaborare e assimilare i nutrienti provenienti da fonti alternative al latte. Il latte continua a essere la fonte principale di nutrienti ma rappresenta via via un altro elemento insieme agli altri che compongono una dieta bilanciata.
È il momento dello svezzamento. Motivo spesso di preoccupazioni per i neogenitori, può invece essere il miglior pretesto per stabilire un corretto e sano approccio al cibo anche in tenera età.
Quando si scelgono gli alimenti da proporre al piccolo, si potrà fare riferimento alle indicazioni del pediatra tenendo conto però della sempre maggiore evidenza scientifica del vantaggio dell’introduzione di tutti i nutrienti, compresi gli allergeni, nella finestra che va dai sei agli otto mesi.
Quando iniziare lo svezzamento
Al contrario che negli anni ’70 e ’80, e in alcuni casi anche oggi, si considera una pratica scorretta introdurre il cosiddetto beikost prima del sesto mese del bebè. Con questo termine si indicano tutti gli alimenti, compresa l’acqua, diversi dal latte che il piccolo assume con la propria alimentazione.
Le evidenze scientifiche avvalorano la tesi secondo cui introdurre alimenti prima del sesto mese possa rappresentare un rischio per il sistema digerente. Ancora immaturo, ha necessità di particolare attenzione e cura per evitare il sovraccarico. Da qui, la necessità di sterilizzare con cura gli accessori usati per preparare e somministrare il latte artificiale rispetto a quello naturale della mamma. È bene evitare di esporre il piccolo organismo a eventuali patogeni quando ancora non ha tutti gli strumenti per difendersi, compreso un buon apparato digerente.
Dal sesto mese in poi, sarà possibile integrare il latte con altri nutrienti in base alle abitudini e lo stile alimentare familiare. La scelta dipenderà soprattutto dallo stile alimentare dei genitori, il ricorso al baby food può essere più giustificato se i genitori non sono soliti seguire una buona dieta bilanciata. Ma è bene ricordare che presto il piccolo mangerà quello che mangiano i genitori, che dovrebbero fare in modo di correggere eventuali scompensi in vista della tutela della crescita sana dell’organismo giovane del figlio.
Svezzamento alla francese: che sia anche bello mangiare pappe!
Uno degli aspetti che si tende a sottovalutare riguarda la stimolazione sensoriale che si può attuare con lo svezzamento. Proporre al piccolo i pasti rappresenta la prima occasione per risvegliare l’istinto di scoperta ed esplorazione che caratterizza i più piccoli. Rendere bello e stimolante il pasto è importante così come bilanciarlo bene sotto il punto di vista nutrizionale, specie nella prima fase.
Infatti, è bene ricordare che ancora a lungo il latte rappresenta la fonte primaria di nutrienti essenziali e che il cibo alternativo rappresenta una piccola percentuale di sostanze diverse e che possono non essere presenti nel latte.
Da uno studio è emerso che in Francia sia percepito come valore essenziale, educare al gusto e al piacere della tavola. Per questo le pappe che le mamme preparano ai piccoli, comprese quelle pronte, sono ricche combinazioni di diverse verdure, texture e colori che prima di tutto sono piacevoli alla vista e in bocca.
Rendere bello il momento del pasto ha la sua valenza anche come stimolazione dei sensi. Per questo è importante che le pappe siano proposte in un contesto calmo, curato e piacevole. Si può fare in casa la lista delle migliori ricette anche tenendo conto delle abitudini personali e delle verdure di stagione, qui una classifica degli accessori utili per far da sé.
Prima o dopo il piccolo mangerà come il resto della famiglia
L’autosvezzamento rappresenta la strada sempre più spesso percorsa dai giovani genitori che comprendono l’importanza di lasciare spazio al piccolo in questa delicata fase della propria crescita. Si tratta di un approccio per certi versi inconsueto allo svezzamento, ma che invece ricalca le abitudini della generazione precedente il gap degli ultimi 50 anni circa con l’introduzione del latte artificiale e del baby food.
Un bimbo è in grado di scegliere da sé cosa assaggiare tra gli alimenti che fanno parte della mensa dei genitori. Inoltre, ha gli strumenti fisiologici necessari per assumere alimenti non frullati. Il riflesso estrusivo permette al piccolo di sputare qualsiasi cosa entri in bocca e che possa rappresentare un rischio. Anche per questo motivo il piccolo sputacchia il cucchiaino di pappa che la mamma amorevolmente propone imboccandolo.
Sarà cura dei genitori proporre alimenti morbidi, facili da impugnare con le proprie manine e che siano facili da masticare con le sole gengive. Di solito, l’italianissima pasta va alla grande.