Non è una novità che la maggior parte degli adolescenti ami intrattenersi di fronte a una console come la Playstation. Eppure, da qualche anno a questa parte, l’attenzione per queste periferiche si è spostata anche verso gli adulti.
Secondo l’azienda GFK, negli ultimi mesi gli italiani hanno investito moltissimo denaro nell’acquisto di dispositivi tecnologici utili a giocare. La notizia non è allarmante e neppure così strana: con l’incremento del lavoro da remoto e quindi del tempo passato in casa, uno dei modi più effettivi per divertirsi è diventato incontrarsi online sfidando qualche avversario in uno sparatutto.
Ma l’interesse nelle console non si ferma soltanto alla pratica, perché da diversi anni è emersa anche una professione spesso poco considerata: il game designer. In questo articolo troverete qualche consiglio utile per iniziare a studiare e avviare una carriera nel mondo videoludico: seguiteci con la lettura più in basso.
L’industria del videogioco
L’industria che sviluppa i videogiochi è ancora all’inizio, praticamente sta muovendo i suoi primi passi, nonostante sia attiva da più di mezzo secolo. Tuttavia, la velocità di cambiamento della tecnologia e del mondo che ci circonda, quindi delle necessità dei consumatori, è molto alta.
Per questa ragione, ogni anno, le aziende che si occupano di questa attività si trovano a prendere sempre le giuste misure per capire quale pedina muovere e trarre profitto. Lo fanno certamente affidandosi a professionisti del settore, a statistiche e a una marea di dati.
Inoltre collaborano assieme a community e gruppi di persone attive sui principali social network, creando i presupposti per unire le diversità e trovare un obiettivo essenziale.
Un po’ di storia
Negli anni ’70, i gruppi di designer che si occupavano della progettazione dei videogiochi arcade erano formati da massimo cinque/sei persone, ed erano soliti lavorare da soli, combattendo ogni giorno con deficit tecnici e informativi dovuti allo scarso sviluppo tecnologico.
Il mondo intero dovette aspettare gli anni’80 per vedere una grande trasformazione: grazie a delle strategie di marketing e innovazione, Nintendo realizzò la prima console, con lo scopo di riunire le famiglie facendole divertire con qualcosa che all’epoca era futuristico.
Nacque così il celebre NES, poi sostituito da una miriade di nuove tecnologie, ma che rimane, nella storia del videogioco, come un cimelio da museo. Oggi è tutto molto diverso: esiste la realtà aumentata, quella cosiddetta alternativa, e ci si può divertire anche scaricando qualche applicazione sullo smartphone o sul PC.
Ma c’è una cosa che fino a poco tempo fa era impensabile, ossia l’applicazione del videogioco estranea all’intrattenimento. Diventare game designer significa anche essere capaci di realizzare soluzioni, utilizzate in medicina, per preparare i chirurghi alle operazioni delicate che andranno a svolgere, o addestrare i piloti per voli in aerei di linea o da caccia.
Diventare game designer
Iniziare a percorrere la carriera dello sviluppatore di videogiochi è, di base, una cosa molto semplice: studi, pratichi e inizi a collaborare con le aziende o lavori come professionista indipendente.
Il mercato dei videogiochi continua a crescere ogni giorno che passa, perciò le opportunità tendono a salire di numero in maniera esponenziale, e insieme anche la necessità di individui talentuosi e pieni di voglia di fare.
La prima cosa da capire, prima di intraprendere gli studi, è se si è davvero appassionati: a tal proposito, se il lavoro dello sviluppo grafico e tecnico di un videogioco vi appassiona, allora acquistate una console insieme a un gamepad (se non sapete quale scegliere, fate affidamento alle opinioni più affidabili).
Quindi organizzate sessioni giornaliere e studiate nei minimi particolari ogni prodotto, anche se non siete ancora dei professionisti e quindi non conoscete i dettagli da guardare.
Successivamente, date un’occhiata ai corsi di laurea o di specializzazione in game art (ecco la proposta IULM), in modo da accelerare la vostra crescita e conoscenza dell’ambito, e quindi l’ingresso nel mercato del lavoro.
Quindi, fate molta pratica e soprattutto createvi una rete di contatti con cui poter interagire e aiutare a vicenda, facendo networking. Un’altra cosa molto importante è la realizzazione di un portfolio con cui potersi presentare alle aziende o semplicemente fare personal branding.
Le creazioni le potete presentare anche sui principali social network come YouTube oppure LinkedIn, oppure valutando l’opportunità di aprire un sito web personale in maniera gratuita utilizzando piattaforme come WordPress.
Insomma, le opportunità sono diverse, e nonostante sembri facile diventare game designer, c’è comunque bisogno di tanta esperienza e conoscenza dei propri mezzi, per fare davvero la differenza.
Come per qualsiasi altra professione più innovativa, l’ultimo consiglio che vogliamo darvi è di non darvi mai per vinti, anche se il mercato del lavoro sembra saturo: dietro ogni angolo potrebbe esserci la proposta che vi cambierà la vita.