I gol di Inglese e Gervinho certificano che il Parma c’è e non è solo una comparsa in questo campionato difficile e sorprendente. I sette punti sono pesanti, la seconda vittoria consecutiva dà forza ai crociati che nel migliore dei modi arriva alla gara del San Paolo nella migliore condizione psicofisica possibile per affrontare un’altra gara proibitiva. Attendista e cinico, D’Aversa porta a casa un altro risultato e una buona fetta di Tardini che lo riabilita pienamente.
In casa Roberto D’Aversa conferma la stessa formazione che ha vinto contro l’Inter. C’è anche l’eroe di San Siro Federico Dimarco, promosso giustamente dal tecnico che al minuto 22’, dopo 180 secondi di attesa, esulta perché Inglese ha portato in vantaggio i suoi con una carambola favorita da un’uscita maldestra di Cragno, al minuto diciannove. Palla verticale di Dimarco che assale la mancina, lunga per Di Gaudio ma buona per Inglese che tocca quel tanto che basta per spedire il pallone da Cragno che esce tardi e glielo fa carambolare addosso. Il gol di petto, difatti, fa esplodere il Tardini che esulta convinto. Non fosse per il Var che – per verificare la posizione regolare dell’attaccante – ci mette un paio di minuti scarsi. Lo stesso che giustamente aveva annullato in un attimo il colpo di testa dello stesso Inglese al 14’, partito in fuorigioco. Il Parma è in vantaggio ma il Cagliari gioca meglio: Bradaric e Joao Pedro mettono in difficoltà la mediana crociata che accusa l’uomo in più dei sardi e fatica. Stulac fatica all’inizio, non tiene Joao Pedro che verticalizza e fino ai venticinque metri galleggia benissimo. Un po’ lezioso quando deve calciare, ma il suo movimento fluttuante è difficile da leggere, almeno fino al 40’. Senza Pavoletti, tocca a Cerri fare la voce grossa davanti ma Sepe, dopo il vantaggio del Parma, è bravo a uscirgli sui piedi e a sventare la minaccia. Portata verso la porta del Parma un paio di volte in modo timido da Baralla e Sau. Più convinti gli uomini di D’Aversa che si portano dalle parti di Cragno minacciosi con Gervinho (due volte) e Barillà che lo chiama a una gran parata. Al tramonto del primo tempo che dopo 4’ di recupero, va in archivio.
Il secondo tempo si apre con lo show di Gervinho che decide di prendersi il Tardini e lo fa nel modo in cui ha abituato tutti: corsa di 50 metri, la freschezza dell’ivoriano lo porta a dribblare mezzo Cagliari, arriva al limite e supera di slancio Klavane con prepotenza calcia verso Cragno con la palla che sbatte sul palo e si insacca per il 2-0. Si prepara nel modo più originale la standing ovation, costruita soprattutto nel secondo tempo quando diventa letale in contropiede e regala almeno tre o quattro palle gol ai compagni. Una clamorosa a Deiola, altre due a Rigoni e qualcuna pure per lui che, con mentalità da gregario si prende gli applausi di uno stadio che lo adotta e si alza in piedi incredulo al minuto 47’ dopo la sgroppata dell’esterno che chiude una partita condotta con maestria dal Parma che ha saputo soffrire ed è stato cinico nel pungere un Cagliari ordinato e molto sornione, messo sotto da un Parma che ha meritato la vittoria e che si porta in zona Europa. Volando basso.