Mercoledì 4 luglio alle 21.30 nell’Arena Shakespeare di Fondazione Teatro Due sarà possibile un importante lavoro di danza che parla di mare. Di un mare che è parte di noi, che ha forgiato la nostra storia e temprato i nostri caratteri, che ad ogni flusso e riflusso cambia i connotati della nostra società, accende la nostra politica e i nostri dibattiti e che nei secoli ha ispirato canti e danze. Tra queste, quelle create per Mediterranea da uno dei maggiori coreografi italiani, Mauro Bigonzetti.
Salpato con il Balletto di Toscana e rappresentato in anni successivi anche alla Scala, Mediterranea non ha lambito solo le coste italiane, ma è il balletto italiano che ha conquistato il mondo, circumnavigando il globo da Rio de Janeiro a New York, Madrid, Stoccarda, Toronto e Kiev. La sua ripresa quest’anno – con una tournée in varie città italiane ed un trionfo sulle sponde di un ‘altro’ mare, il Mar Nero, al Winter International Arts Festival di Sochi (Russia) – testimonia la missione di Daniele Cipriani volta al recupero del repertorio italiano della seconda metà del ‘900.
La presente produzione vede il Corpo di Ballo di Daniele Cipriani Entertainment, costumi di Roberto Tirelli e luci di Carlo Cerri. 15 i ballerini impegnati in questa navigazione immaginativa costruita su un collage di musiche di Mozart, Ligeti e Palestrina, insieme a musiche dei paesi mediterranei, con momenti d’insieme alternati a passi a due. In Mediterranea due protagonisti maschili – l’Uomo di Terra (Umberto De Santis) e l’Uomo di Mare (Francesco Moro), alter ego l’uno dell’altro – si incontrano e si scontrano; il complesso intreccio coreografico mette in risalto le loro forza e velocità e riflette la condizione umana, rendendoli di sostegno e dipendenza reciproci. Così a rispecchiare il contrasto tra mare e terra e l’imperituro andirivieni delle onde, la danza fluisce, costruita sulla coesistenza degli opposti: movimenti energici alternati a passaggi estremamente lirici. Ne risulta un affresco di grande respiro, profondo come il mare.
Lavoro dalle molteplici sfaccettature, già dal titolo Mediterranea spinge come un forte vento marino il pensiero dello spettatore anche verso temi di attualità: l’inquinamento plastico (attualmente al centro di tante campagne ecologiche) che attanaglia le distese d’acqua del pianeta, nonché i perigli (e, spesso, la tragedia) di chi oggi attraversa proprio Mare Nostrum in cerca di un futuro. Non a caso Mediterranea si chiude con un messaggio di unione.