Dopo mesi il comune di Parma tramite l’assessore Alinovi ha risposto finalmente alle richieste di chiarimento sulle autorizzazioni riguardanti lo sviluppo dell’aeroporto Giuseppe Verdi e il nuovo centro commerciale di Baganzola, e il quadro che ne viene fuori è a dir poco strano.
Si ha conferma che per allungare la pista dell’aeroporto, operazione necessaria per esigenze dei cargo, non esiste il parere dell’Enac, e manca la valutazione di Impatto Ambientale. Non è neppure comprensibile come avverranno i finanziamenti per il progetto di ampliamento dell’aeroporto, poiché, al di là dei 12 milioni di euro promessi dalla Regione e dei 2,5 milioni del Comune, mancano almeno altri 20 milioni. Ma c’è di più: il Piano di Rischio Aeroportuale del 2012 non è mai stato aggiornato, né tradotto concretamente nei piani urbanistici del Comune e… il Piano di rischio stabilisce che nelle zone di tutela siano evitati “insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali”. Però… a Febbraio 2018 l’impresa di costruzioni Pizzarotti si vede assegnati il 30% degli spazi nel nuovo centro commerciale e viene fissata la data di apertura nel 2019!
Quindi abbiamo un progetto di rilancio di un aeroporto per fare il quale servono documenti che ne attestino la fattibilità, tuttora inesistenti, e finanziamenti, tuttora latitanti – almeno in parte – e il nuovo aeroporto andrebbe allargato gomito a gomito con un mastodontico centro commerciale per il quale alcuni documenti ora mancanti, qualora fossero prodotti, sconsigliano la costruzione seguendo direttive di legge!!
E su tutto questo per mesi il sindaco ha detto che “va tutto bene”. Ha poi dichiarato recentemente che se l’attuale legislatura “si interrompesse prima, magari nel 2021, ci si potrebbe ragionare” per una sua candidatura al parlamento. Certo che con credenziali di chiarezza come le sue farebbe sicuramente faville al ministero dei trasporti, con delega per quello delle finanze.
In sintesi questa è la storia di un aeroporto che doveva essere rilanciato, di un centro commerciale che gli doveva essere accorpato, di una città dove regnava la sicurezza per garantire la quale di recente si sono chieste nuove forze dell’ordine per fronteggiare una situazione insostenibile. Per i cittadini di Parma la situazione è chiarissima.
Nel 1995 usci il film francese La Haine – L’odio – con Vincent Cassel, storia di degrado della periferia di Parigi e simbolo della crisi della società più ampia. La scena iniziale era accompagnata da queste parole: “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: “49, fino a qui tutto bene. 48, fino a qui tutto bene. 47, fino a qui tutto bene…” Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.” Che si parli di atterraggio è pura coincidenza. Forse.
Alessandro Guardamagna