Poco più di un mese fa abbiamo interrogato la Giunta sul piano di rilancio dell’aeroporto di Parma e sul nuovo centro commerciale nell’area ex Salvarani. A seguito delle denunce di Legambiente, ci premeva capire quanto questi progetti fossero compatibili con le zone di tutela previste dal Piano di Rischio Aeroportuale deliberato nel 2012, ai tempi del Commissario Prefettizio. Dalla lettura degli atti esistono infatti fondati dubbi che il Comune abbia omesso passaggi obbligatori e che non tutto quadri.
La scorsa settimana abbiamo ricevuto la risposta dell’assessore Alinovi, che alleghiamo a questo comunicato perché i cittadini e le associazioni possano conoscere lo stato della questione, su cui noi avanziamo quattro riflessioni.
1. Il piano di sviluppo dell’aeroporto di Parma si conferma per ora un libro dei sogni. Per ammissione dello stesso Assessore, sul progetto di allungamento della pista non c’è ancora il parere dell’ENAC e manca la Valutazione di Impatto Ambientale, che ne dovrà “stimare l’effettiva fattibilità”. Il rilancio dell’aeroporto – quello che il sindaco solo qualche mese fa sosteneva retoricamente “senza se e senza ma” – è così diventato qualcosa che potrebbe non essere “fattibile”… Pesano poi le incognite sul finanziamento da parte dei soci: dopo i 12 milioni promessi dalla Regione e i 2,5 milioni del Comune, mancano all’appello almeno altri 20 milioni, a cui si devono aggiungere i soldi necessari per ripianare i deficit di esercizio di 3,5 milioni l’anno.
2. Il Piano di Rischio Aeroportuale del 2012 non è mai stato aggiornato né tradotto in concreto nei piani urbanistici del Comune. In particolare il Piano di rischio stabilisce che nelle zone di tutela siano evitati “insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, ecc.”, definendo limiti di “concentrazione antropica” (ma il Comune non ha mai tradotto queste limitazioni in indici di fabbricabilità e prescrizioni specifiche). E’ quindi dal 2012 che il Comune è inadempiente, e solo ora ha deciso di aggiornare il Piano al nuovo Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti, dopo che Legambiente e le minoranze hanno sollevato il problema.
3. Nonostante questo l’assessore Alinovi ci dice che tutto è sostanzialmente in regola perché l’ENAC non ha mai detto o scritto il contrario, anche se ancora non è affatto chiaro se il progetto del centro commerciale sia stato sottoposto al parere di Enac o se il parere di cui scrive l’Assessore riguardi solo l’aeroporto. Il Comune riconosce insomma di non aver adeguato il Piano, non spiega perché non sono stati definiti limiti volumetrici precisi nelle zone di tutela (neppure con l’adozione del nuovo Psc nel 2017), ma attribuisce all’ENAC ogni eventuale responsabilità. Ma le leggi e i regolamenti si rispettano in quanto tali oppure solo quando qualcuno ti coglie in castagna?
4. L’Assessore ci informa infine che i soggetti attuatori del Centro commerciale hanno già iniziato i lavori e hanno investito più di 20 milioni di euro in opere pubbliche: pertanto qualsiasi intralcio al cantiere comporterebbe il rischio di enormi risarcimenti.
Spiegato facile: non abbiamo aggiornato il Piano né adeguato il Psc e tantomeno il RUE, non sappiamo ancora se potremo allungare la pista o no (su cui abbiamo detto e scritto fiumi di parole), però il Centro commerciale è già in costruzione e i costruttori hanno già speso così tanto che non possiamo certo metterci di traverso. E se proprio il famoso Mall fosse troppo vicino alla pista, sarà l’aeroporto ad avere la peggio.
Centro commerciale batte aeroporto 4 a 0, con buona pace di tutta la retorica sui “negozi del centro”, sul rispetto dell’ambiente e sulla partecipazione dei cittadini alle scelte della politica.
Parma Protagonista