Il caso Laminam con le sue emissioni a Borgotaro, ma anche la questione rifugiati inseriti in un campo estivo per minori. In Assemblea legislativa, a Bologna, fioccano le interrogazioni alla giunta del presidente Stefano Bonaccini, riguardanti il territorio Parmense.
Giulia Gibertoni (M5S) incalza la Giunta sulle emissioni odorigene a Borgo Val di Taro: “La valutazione di impatto ambientale è stata realmente avviata dopo l’annuncio dell’assessore all’ambiente Paola Gazzolo?“. La domanda è contenuta in un’interrogazione, firmata proprio dalla consigliera del Movimento 5 stelle, in cui vengono ripercorsi i momenti che hanno portato la Regione a istituire il tavolo di garanzia e dove viene ricordato come fu la stessa azienda a dirsi disponibile a sottoporsi alla valutazione di impatto ambientale e sanitario.
“È stato acclarato – rimarca nelle premesse la pentastellata – che nel periodo di sospensione dei lavori di produzione dell’azienda, le segnalazione e i malesseri registrati abbiano subito un calo vertiginoso, confermando così la relazione tra emissioni e problemi di salute“. La consigliera invita perciò l’esecutivo regionale a “stabilire una data precisa entro la quale definire un metodo condiviso di analisi dei profili sanitari nonché una entro cui i risultati degli studi saranno a disposizione del tavolo di garanzia“.
Citando nuovamente le parole dell’assessore Gazzolo, che aveva specificato come la Via seguirà le nuove norme dettate dalla legge approvata lo scorso aprile in Assemblea, Gibertoni chiede al Governo regionale “se non ritenga opportuno prevedere a breve un’istruttoria pubblica“. La consigliera M5s domanda infine “quale costo venga addossato all’azienda per le attività sperimentali di monitoraggio e analisi“. E lancia una proposta: “Sospendere le attività che si presume siano la causa dei malori dei cittadini“.
Fabio Rainieri, primo firmatario, Gabriele Delmonte, Alan Fabbri e Daniele Marchetti del gruppo Lega, chiedono invece alla Giunta regionale di dire pubblicamente se l’utilizzo, disposto dal Comune di Parma, di richiedenti protezione internazionale come volontari a supporto degli operatori comunali nella gestione di un centro estivo per ragazzi disabili under 14 sia o meno in contrasto con la normativa regionale e nazionale che impone a chi svolge attività coi minori l’obbligo di presentare il certificato penale attestante l’assenza di precedenti reati commessi contro questi soggetti deboli.
L’iniziativa dei consiglieri leghisti nasce dalla preoccupazione per il fatto che – secondo quanto riportato nell’atto ispettivo – i richiedenti protezione internazionale quasi mai sono in grado di esibire un regolare certificato penale e che non si possono considerare sufficienti le loro eventuali autodichiarazioni sostitutive, in quanto si tratta di persone delle quali spesso non è nemmeno certa l’identità, sottoposta al vaglio delle autorità competenti al fine di accertare se hanno o meno diritto a permanere sul suolo nazionale.