Art Lab nasce nel 2011 quando un collettivo studentesco decide di liberare dal degrado e dall’abbandono uno stabile di proprietà dell’Università, in borgo Tanzi 26. Da allora, ha ripreso vita quello che era stato per vent’anni un non-luogo dell’Oltretorrente, diventando uno spazio significativo, un esempio di democrazia dal basso che negli ultimi sette anni ha accolto diversi progetti mutualistici.
Dal 2011 Art Lab è stato sempre più vivo e chi lo ha popolato ha progressivamente allargato la propria sfera d’azione. Il welfare Universitario ha fatto da detonatore per questo processo nato sull’onda delle proteste alla riforma Gelmini, ma i percorsi affrontati non si sono limitati a un solo ambito: diritto all’abitare, tutela dei beni comuni, aria e acqua, ecologia, migrazioni, disuguaglianze di genere, antirazzismo, diritti dei lavoratori, arte e cultura, costruzione di socialità e mutualismo. Il tutto nel quadro dell’autorecupero, grazie al quale uno stabile abbandonato è stato trasformato in un bene comune.
Il fattore principale che lo ha reso possibile è stato l’incontro di collettività diverse, come quella migrante o quella studentesca, e altrettanto eterogenea è stata la partecipazione di soggetti altri. Associazioni, cooperative, gruppi e collettivi si sono avvicinati ad Art Lab, confrontandosi e collaborando con le realtà già presenti: tra gli altri, la Rete Diritti in Casa, l’Associazione Senza Frontiere, Ass. Università Bene Comune, Metropolis, Tuttimondi, il Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione CIAC, il Centro Interculturale, la Coop Cigno Verde, Forum Solidarietà e il Consorzio Solidarietà Sociale.
In parallelo, sono fioriti progetti di condivisione e socialità, a partire dall’iniziativa di individui o gruppi, e che si sono rivelati per il quartiere. Ne sono un esempio la scuola di italiano per migranti, la ciclofficina, il laboratorio di serigrafia, i pomeriggi di attività con i bambini, i corsi di tango, teatro, Brasilian Jiu Jitsu, la squadra di calcio La Paz e il gruppo di acquisto solidale (GAS). Ogni anno centinaia di eventi culturali riaccendono questo spazio. Mostre, presentazioni di libri, musica e spettacoli di teatro danno voce alla creatività di artisti e associazioni di promozione culturale. Ma la cosa più importante è che ogni attività si svolge in totale autonomia e si basa su scelte e decisioni collettive totalmente estranee alla logica del profitto.
Nel 2015 sulla spinta di questo fermento e cercando di dare una risposta concreta al problema dell’emergenza abitativa, lo spazio si è ulteriormente allargato, liberando un altro stabile dell’Università, confinante con Art Lab e fino ad allora adibito a foresteria e albergo. Il nuovo progetto abitativo è stato chiamato NOMAS HOTEL (no: non; mas: più), ha ospitato nel tempo circa un centinaio di persone fra famiglie e singoli, con più di dieci nazionalità differenti, e attualmente lo abitano una cinquantina di persone. La grande importanza del progetto, poi, è stata riconosciuta dall’amministrazione comunale e dall’Università, con cui abbiamo stipulato una convenzione d’uso. Grazie a NOMAS, persone o famiglie in difficoltà, che non erano seguite dall’amministrazione comunale o che non potevano accedere a nessuna delle sue strutture, hanno trovato una sistemazione temporanea e un aiuto concreto verso una soluzione stabile.
E va sottolineato che il successo dell’iniziativa, al di là delle varie collaborazioni preziose, è stato determinato dalla co-abitazione di diversi volontari, spesso studenti universitari o giovani precari. Sono loro a occuparsi tuttora dell’amministrazione giornaliera del condominio e delle interazioni con i vertici istituzionali. Molti altri progetti hanno ricevuto riconoscimenti a livello istituzionale.
Art Lab si è accreditata nel quadro dei Laboratori di Partecipazione Sociale (LPS), nati dalla collaborazione tra Università e Forum Solidarietà Sociale, ha tenuto più di un ciclo di incontri nelle scuole superiori di Parma e provincia sul tema delle migrazioni, e con la docenza UNIPR ha organizzato tirocini, letture e seminari universitari, anche inseriti nei programmi di studio.
Questi riconoscimenti dimostrano come le iniziative nate dal basso siano un’alternativa alla politica rappresentativa, di delega, e un antidoto alla disillusione che la circonda. Ma soprattutto indicano il modo in cui le istituzioni pubbliche dovrebbero porsi nei confronti della cittadinanza che si organizza autonomamente: non ergendosi ad autorità paternalista o nascondendosi dietro la burocrazia, ma appoggiando e accompagnando espressioni come questa. Infatti, chi ha deciso di auto-organizzarsi al 26 di borgo Tanzi, ha creato un’ istituzione spontanea, una realtà in continuo divenire, autorganizzata, indipendente, e lo ha fatto riattivando fasce della popolazione escluse dalla partecipazione (come appunto migranti, studenti, giovani precari), collegando comunità già presenti sul territorio. Le esperienze prodotte, inoltre, sono un chiaro esempio di sussidiarietà vantaggiosa, in grado di affrontare necessità e richieste in modo più efficace delle istituzioni cittadine.
Oltre al caso lampante di NOMAS, sono stati importanti l’apertura di programmi e laboratori per gli abitanti del quartiere (come il già citato GAS o la ciclofficina), le attività mirate alla popolazione migrante (come la scuola di italiano e le sue centinaia di studenti o lo sportello di mediazione dei conflitti) così come i percorsi educativi. In particolare, la totalità del progetto Art Lab ha permesso il diretto inserimento di studenti universitari nel tessuto cittadino e ha creato un polo aggregativo, oltre che di formazione, per la popolazione universitaria.
A due settimane dalla scadenza della convenzione stipulata dalla nostra associazione “Generazioni Precarie” con il Comune di Parma e l’Università degli Studi di Parma, invitiamo i cittadini ad attraversare attivamente Art Lab, partecipando alle attività ed alle progettualità già attive e proponendone di nuove. Vogliamo continuare a far vivere e ad allargare questa esperienza di vita collettiva, partecipata e solidale.
Art Lab è un bene comune per questa città ed è dovere nostro, di tutti e tutte difenderlo.
Alle istituzioni chiediamo di ascoltarci e di destinare una volta per tutte lo stabile ai cittadini che lo hanno liberato dal degrado e dall’abbandono, popolandolo con attività utili per la città ed il quartiere.
Vogliamo che sia istituito un uso civico dello spazio cosi da tenerlo distante dalla speculazione edilizia, fuori dalle leggi del mercato. Tutelare Art Lab significa tutelare in primis le relazioni sociali e politiche che si sono attivate da centinaia di persone in questi ultimi anni.
Il sogno di una persona sola rimane un sogno, quello di tante è la realtà che comincia.
Art Lab Bene Comune