Le piogge tropicali di quest’ultimo periodo, così come la neve in alta quota dello scorso inverno, non ingannino: il Parmense è a forte rischio siccità, quanto accaduto nell’estate 2017 lo dimostra e il Consorzio della Bonificanon vuole farsi trovare impreparato davanti a nuove emergenze che mettono a rischio anche le produzioni agricole del territorio. Si è così tenuto un nuovo incontro con i rappresentanti tecnici di istituzioni ed enti, ideatori e firmatari nel marzo scorso del Protocollo d’Intesa sulle Crisi Idriche volto a individuare i nuovi e mutati fabbisogni del territorio in materia di approvvigionamento di acqua e le possibili e praticabili soluzioni strategiche per contrastare la siccità.
Il primo obiettivo fissato è la promozione di un utilizzo consapevole e virtuoso della risorsa idrica disponibile, ma soltanto questo non basta. Bisogna trovare soluzioni – oggi assenti su tutto il territorio – per l’accumulo di acque piovane.
Il fabbisogno idrico anche nella nostra provincia infatti è mutato e le precipitazioni cadute in modo violento e in tempi molto ristretti rischiano di non essere più sufficienti. Partendo da questi dati di fatto, si sono valutate le carenze manifestatesi soprattutto circa l’approvvigionamento idrico dal punto di vista agricolo, civile e industriale. Nell’occasione sono state presentate dal Consorzio della Bonifica Parmense le progettualità ideate: quattro bacini in zona Medesano, due in fase di progettazione e due in fase di realizzazione, candidati a finanziamenti regionali le condotte di alimentazione e scarico di uno dei bacini di valle, la condotta di distribuzione dei restanti bacini partecipa al bando di finanziamento PSR 2014-2020; tre bacini zona Noceto, di cui uno in fase di progettazione e due in fase di realizzazione, le condotte di adduzione e distribuzione partecipano al bando di finanziamento Psr.
Per quanto concerne l’utilizzo irriguo dell’acqua a sostegno indispensabile delle produzioni tipiche del nostro territorio, si è fatta l’analisi delle disponibilità idriche attuali e si sono individuati i criteri per una valutazione più approfondita dei fabbisogni idrici futuri. Uno degli strumenti valutati nell’incontro è il SICC-Idrometro che è la base conoscitiva necessaria alla scelta delle misure di mitigazione. In un unico ambiente sono visualizzati gli impatti sul territorio della riduzione della disponibilità idrica, le possibili misure di mitigazione e i relativi effetti. Ai primi di luglio si terrà il prossimo incontro tecnico-operativo con la presentazione di ulteriori e approfondite analisi di monitoraggio idrico frutto della ricerca interna del Consorzio e in forza delle collaborazioni con le istituzioni coinvolte, tra queste per esempio verrà illustrata una innovativa soluzione progettuale sulla Ricarica Artificiale in Falda.
Il Direttore Generale della Bonifica Parmense Fabrizio Useri ha coordinato il tavolo rappresentato insieme ad esperti e tecnici consortili: Davide Malvisi e Daniele Scaffi, Paolo Mignosa dell’Università degli Studi di Parma, Claudia Vezzani dell’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po, Giovanni De Leo del Comune di Parma, Marco Tamani di Coldiretti Parma, Nicola Bassi di Emiliambiente, Valentino Piramide di Ireti, Maria Chiara Albertini dell’Unione Parmense degli Industriali e da Davide Graziani dell’Ordine degli Ingegneri di Parma.