Curioso osservare la tempistica con cui il sindaco Pizzarotti ha subito inviato una lettera al ministro dell’Interno Matteo Salvini, cui chiede un incontro e spiega che «Parma ha bisogno di rinforzare l’organico della Polizia di Stato e di un presidio nella stazione», perché risulterebbero insufficienti le sue unità rispetto a quelle delle altre città, e inaccettabile la carenza di organico per la sicurezza, visto il forte rilievo internazionale che un «centro europeo vivo e dinamico» avrebbe, per varie condizioni di eccellenza (Efsa, l’Authority Europea sulla Sicurezza Alimentare, sistema imprenditoriale locale, eventi fieristici di forte impatto turistico).
Il tono della lettera appare perentorio nei confronti del nuovo ministro, e stupisce che un tono analogo non sia stato usato in precedenza con l’ex-ministro Minniti dato che i problemi di sicurezza a Parma non nascono oggi. Infatti la città versa in condizione di degrado e abbandono da anni, con interi quartieri infestati da squadre di pusher, e un ciclo ininterrotto di furti e aggressioni 24h al giorno. Per curiosità, verrebbe poi da chiedersi come faceva Minniti ad aver svolto un “ottimo lavoro”, come il sindaco affermò nel Settembre 2017 alla festa nazionale del PD ad Imola, se la sua gestione ha fatto si che Parma si sia trovata in uno stato tale per cui ora serve chiedere i rinforzi a Salvini, succeduto appunto a Minniti al Ministero dell’Interno. Mah?! Meraviglia anche la tempistica della lettera, mandata qualche giorno dopo l’immediato insediamento del nuovo governo Lega-M5S, che il sindaco ha ripetutamente criticato, definendolo un «governo populista» che avrebbe finito per deludere molti cittadini, perché una volta messo alla prova avrebbe rivelato la propria incompetenza.
La verità è che il sindaco vede la pagliuzza nell’occhio degli altri, e trascura di vedere la trave nel proprio. Infatti non ha forse deluso quando aveva promesso di chiudere l’inceneritore di Ugozzolo e poi di “affamare il mostro”, mentre a tutt’oggi “il mostro” ipernutrito lavora a pieno regime, e secondo le ultime notizie di questi giorni, avrebbe sforato la quota di rifiuti da bruciare, non solo nel 2017 ma anche nel 2016? Lo scorso anno infatti il forno di Parma ha trattato 154mila mila tonnellate di rifiuti (27.522 mila speciali e le restanti 126.497 mila di rifiuti urbani), portando nelle casse del Comune un milione di euro, per di più con rifiuti che arrivano anche da altre province,e questo nonostante nel 2016 un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Iren avesse fissato a 132.500 tonnellate annue la quantità massima di rifiuti destinati all’impianto. Dove sarebbe dunque la trasparenza verso i cittadini, di cui il sindaco si è sempre fatto paladino?
E ancora, il sindaco non ha forse deluso quando ha ripetutamente taciuto sul caso oscuro di Parma Gestione Entrate? La società partecipata del Comune di Parma è finita sotto inchiesta due anni fa da parte di Procura, Polizia e Guardia di Finanza, e il consiglio di amministrazione si è dimesso in blocco, dopo aver ricevuto avvisi di garanzia per falso, peculato ed usura. Intanto i cittadini continuano a chiedersi dove siano finiti i soldi, sborsati dai contribuenti, che la società a gestione pubblica non avrebbe versato al comune di Parma. Perché le conclusioni della valutazione su eventuali irregolarità nell’operato di PGE, affidata ad una società privata straniera, la Price Waterhouse Cooper e costata € 50.000, non risultato essere state pubblicate?
Il sindaco non ha forse deluso nemmeno quando si è speso a sponsorizzare il nuovo aeroporto cargo, rendendosi disponibile a finanziare la trasformazione dell’aeroporto di Parma in un trasporto merci? Senza porgere ascolto all’appello dei cittadini, cui lui tiene tanto, e che si sono uniti nel comitato NoCargo per denunciare l’insostenibilità ambientale di un’opera che potenzierebbe lo scalo proprio in vicinanza del centro abitato, peggiorando l’impatto acustico e gli effetti inquinanti per l’aumento di circolazione veicolare, e traffico aereo, di giorno e soprattutto di notte.
Mentre a Parma si finanziano grandi opere il Ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli sta ripetendo proprio in questi giorni che le grandi opere «vanno valutate una per una secondo il parametro costi-benefici», e sta analizzando attentamente il progetto della Tav di Firenze e l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Due modalità di ascolto decisamente opposte: da un lato chi si preoccupa di non stravolgere le competenze altrui e neppure imporre decisioni dall’alto, ma di rispettare le promesse elettorali, e dall’altro chi invece pensa a omettere e trascurare salvo poi chiedere aiuto in extremis ai tanto “incompetenti” populisti, sempre per il bene di quei cittadini di cui il sindaco si ricorda all’occorrenza buona. Ci mancherebbe altro! Forse queste visioni ricorrenti su “chi delude chi” hanno fatto perdere al sindaco la sintonia con il MoVimento. Da anni.
Parma 5 Stelle