II permesso di costruire il mega centro commerciale di Baganzola è da considerarsi tecnicamente nullo e ne va fermata la costruzione? È la nuova domanda che Legambiente pone al Comune di Parma – che ancora non ha risposto alle precedenti risalenti a un mese fa (leggi) – in relazione al rischio aeroportuale e alla convivenza tra aeroporto e mega centro commerciale. L’area del mall vicino alle Fiere interseca infatti la zona di tutela dell’aeroporto e, in questi casi, è la sicurezza della navigazione aerea, e della popolazione, ad avere prevalenza sull’interesse del privato.
Nel silenzio dell’Amministrazione comunale di Parma sul mancato adeguamento del piano di rischio aeroportuale (nella pianificazione comunale manca la nuova zona D che allarga i confini dei vincoli a non costruire, al margine della pista di decollo e atterraggio) e sul mancato rispetto delle norme di sicurezza aeroportuali nel rilascio dell’autorizzazione a costruire del Mega Centro commerciale di Baganzola, Legambiente Parma ha coinvolto la Direzione nazionale dell’associazione ecologista, ed ha inviato all’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, la documentazione raccolta chiedendo una valutazione degli atti.
In ambito locale Legambiente ha consultato alcuni professionisti, legali e urbanisti, per approfondire la questione. E i dubbi anziché dipanarsi aumentano, stante appunto il silenzio del Comune. Se come sembra il permesso di costruire rilasciato per il mega centro commerciale nell’area Ex Salvarani è in contrasto con le norme di sicurezza Enac (che prevedono che nelle zone di tutela degli aeroporti siano da evitare interventi puntuali ad elevato assembramento quali i centri commerciali), la domanda sorge spontanea: tale atto è da considerarsi illegittimo e quindi nullo? Se così fosse – sostiene Legambiente – ogni giorno che passa potrebbe esporre il Comune, e quindi la collettività, a una crescente richiesta di risarcimento danni, posto che il cantiere del mall Parma Urban District è già stato avviato e i lavori sono in corso.
“Attendiamo quindi che il Comune risponda dimostrando con gli atti che il permesso di costruire è legittimo e che l’aeroporto, sia nel suo assetto attuale che in quello futuro previsto dal progetto di allungamento della pista, può convivere con la presenza di un centro commerciale che punta ad avere più di 6 milioni di clienti all’anno, ovvero 20.000 persone al giorno. Diversamente è bene che il Comune, nell’interesse di tutti, prenda provvedimenti di autotutela con la massima celerità“, conclude la nota di Legambiente.