L’inchiesta Stu Pasubio, partita poco dopo l’insediamento della prima amministrazione Pizzarotti, nel 2012, è arrivata all’epilogo: il 20 giugno prenderà il via l’udienza preliminare voluta dalla Procura che ha chiesto il rinvio a giudizio di diverse persone. Tra queste anche il sindaco Federico Pizzarotti. Lo annuncia lo stesso sindaco.
“È una indagine nata quasi 6 anni fa, davvero pochi giorni dopo essere stato eletto per la prima volta. Grazie alla vendita delle quote di Stu Pasubio abbiamo liberato Parma dai suoi primi 40 milioni di euro di debiti, che pesavano sulle spalle dei parmigiani e mettevano il Comune a rischio default. Oggi, al contrario, siamo un Comune sano e produttivo“, sottolinea Pizzarotti, che aggiunge: “Mi scuserete se sarò ripetitivo, ma è giusto che lo faccia presente: so di aver fatto tutto con serietà e onestà, e con il supporto di tecinici preparati, per questo sono tranquillo. Fare il sindaco, ahimè, talvolta vuol dire passare anche da queste questioni“.
Pizzarotti deve rispondere di turbata libertà di scelta del contraente, articolo 353 bis del codice penale. Nell’inchiesta della pm Paola Dal Monte, condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, è coinvolto anche l’ex commissario governativo Mario Ciclosi, in Comune dal novembre 2011 al maggio 2012. Nel mirino degli inquirenti la cessione della quota di maggioranza della società comunale Stu Pasubio alla Remilia Srl di Reggio Emilia (gruppo Unieco).