Metadone nel sangue. Questo il primo responso degli esami tossicologici disposti insieme all’autopsia dalla Procura di Parma dopo la morte improvvisa, il 4 aprile scorso all’ospedale Maggiore, di un bimbo di soli 18 mesi. La sostanza utilizzata da chi è in trattamento per problemi di tossicodipendenza sarebbe stata in verità dal piccolo proprio il 4 aprile, poco prima del ricovero all’ospedale dove è arrivato in auto con i genitori. Poco dopo le 14, infatti, la madre si è accorta che il piccolo non riusciva più a respirare bene.
Poco dopo il ricovero, il bimbo è morto senza che i medici riuscissero a far nulla per evitare la tragedia. Il pm Paola Dal Monte ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’accusa di morte in conseguenza di altro reato. La Squadra Mobile adesso indaga per capire come sia finito in mano al bambino quella sostanza non certo disponibile sul mercato.
I genitori – 36 e 37 anni – in passato erano stati tossicodipendenti, ma non sono in cura al Sert, l’unico servizio che può fornire il metadone. Ma le indagini continuano anche perché non c’è l’assoluta certezza che il decesso sia dovuto a overdose di metadone. È non ci sono segni di maltrattamenti o malattie.