Le acque irrigue del Parmense che scorrono all’interno della rete artificiale dei canali di bonifica e che rappresentano una delle componenti indispensabili per la produzione della gran parte delle tipicità agroalimentari del nostro comprensorio superano l’esame qualità, dimostrandosi idonee a questo tipo di utilizzo. Lo dice il Report annuale redatto dai ricercatori tecnico-scientifici del Consorzio di Bonifica Parmense, che dal 2016 ha creato Bonifica Lab, una struttura itinerante che monitora periodicamente lo stato dei flussi.
Il dato più rilevante che emerge dalle relazioni conclusive – redatte dall’ingegnere ambientale consortile Elisa Trombi e dall’esperto consulente in materie ambientali Riccardo Franchini – è quello che promuove la qualità irrigua della risorsa esaminata. Le sostanze prioritarie fosfati e fitofarmaci e la sommatoria complessiva delle sostanze rilevate si mantengono inferiori ai valori limite della cosiddetta classe 1, utile per l’impiego irriguo, ovvero la migliore delle classi della tabella A Giardini, universalmente riconosciuta come modello di riferimento per l’intero settore. Il dato rappresenta l’ultimo anello di una catena di risultati di idoneità confermata già negli ultimi anni in cui l’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio è sempre stato ben al di sotto della soglia standard considerata.
Passando invece alle aree che presentano alcune criticità il Report di Bonifica Lab pone l’attenzione su alcuni canali che attraversano la zona urbana di Parma in particolare quelle provenienti dal Naviglio Navigabile e dal Canale Galasso: in questi due casi all’azoto e al fosforo si sommano cloruri e salinità elevata, ma pur sempre rientrando nei limiti di utilizzo. Nell’anno appena trascorso si è dimostrata di particolare interesse anche la campagna di rilevazione effettuata con il mezzo mobile di Bonifica Lab volta a monitorare l’attività in uscita dei depuratori pubblici.
Da evidenziare anche l’assenza di sostanze tossiche, compresi pesticidi e fitofarmaci, in concentrazioni significative e per questo motivo le acque dei canali possono essere utilizzate senza particolari problemi perché non sussiste particolare rischio igienico-sanitario che possa incidere sulla salubrità delle numerose produzioni.
La struttura di Bonifica Lab è andata via via perfezionandosi e nel 2017 le azioni monitoraggio della risorsa idrica sono state anche precedute da molteplici incontri con i tecnici delle diverse aree idrografiche per determinare la comune individuazione dei punti di maggior interesse ambientale. “Proprio questi team work operativi con tutti i soggetti che partecipano alla gestione delle acque rappresentano un momento di reale e utile confronto sulle possibili criticità che si possono riscontrare in fase di analisi – commentano Franchini e Trombi – . Così lo scambio vicendevole di statistiche aggiornate consente di acquisire una capacità consolidata di esame che va naturalmente a beneficio degli utenti e dei consorziati”.
Inoltre questo tipo di monitoraggio ha permesso di verificare i flussi anche in prossimità di aree industriali a potenziale rischio e con prelievi (che ora possono avere anche una durata di 24 ore in modo continuativo) si proietta una stima estremamente affidabile della verifica realizzata.
Si sottolinea inoltre che l’attività tecnico scientifica di monitoraggio di buon livello svolta nel 2017 da Bonifica Lab ha intensificato i rapporti con alcune importanti realtà industriali del nostro territorio e in sinergia con l’Università di Parma si è giunti ad approfondite ricerche finalizzate al miglioramento progressivo degli impatti degli scarichi sulla risorsa idrica disponibile.
“Siamo particolarmente soddisfatti della capacità operativa palesata da Bonifica Lab – così il presidente del Consorzio della Bonifica Parmense Luigi Spinazzi – il Consorzio è un vettore della risorsa irrigua, ma la sua qualità ci sta molto a cuore perché destinata alle imprese agricole del nostro territorio e quindi essenziale per l’economia del Parmense. Incrementare l’azione dei campionamenti fa rivestire un ruolo di sentinella al Laboratorio consortile che in prima battuta – grazie alla presenza capillare di tecnici ed operatori in tutti i bacini irrigui – può contribuire ad anticipare i possibili danni da eventuali inquinanti segnalando subito dopo e in tempo utile quanto appurato alle autorità competenti”.