“E’ evidente che la chiusura di alcuni punti nascita negli ospedali delle nostre montagne è un problema ereditato dal precedente governo Pd assolutamente da risolvere“. La senatrice leghista Maria Gabriella Saponara contesta il recente provvedimento di chiusura dei punti nascita montani, evidenziando il caso della donna incinta di Gatta, frazione di Castelnovo Monti che soltanto dopo un viaggio di un’ora e mezza è riuscita ad avere la prima assistenza nell’ospedale di Reggio Emilia dopo un trasporto molto difficoltoso.
Tutto è cominciato sabato sera verso le 22.30, con una telefonata al 118 del compagno della ragazza al sesto mese di gravidanza, che lamentava forti dolori e contrazioni. L’elicottero non poteva partire e la donna incinta è stata costretta ad aspettare quaranta minuti su un’ambulanza ferma, per poi essere portata in ospedale a Reggio Emilia via terra.
La chiusura decisa dalla Regione e dal Ministero della Salute interessa anche l’ospedale Santa Maria di Borgotaro. Dove ancora non si sono registrate emergenze. Ma il timore è sempre presente fra le mamme.
“Come donna e mamma so benissimo che il periodo della gestazione e il momento del parto sono spesso imprevedibili e per questo trovo assurda la chiusura di un servizio sanitario di prima necessità negli ospedali di alcuni comuni montani come Castelnovo Monti – continua Maria Gabriella Saponara – questa scelta, a cui la Lega in Regione Emilia Romagna si è sempre opposta, mette a repentaglio la vita della gestante e del bambino. E’ chiaro che sarà necessario rivedere questa decisione che non fa altro che aggravare la situazione dei comuni montani, nei quali, in questo modo, non viene certo contrastato lo spopolamento. La chiusura dei punti nascita decisa dal governo Pd – conclude Saponara – sono una conferma del fatto che non sempre le eredità portano vantaggi“.