Parma: anche le bambine hanno una Carta dei Diritti

Parma: anche le bambine hanno una Carta dei Diritti

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Il Comune di Parma ha adottato la “Carta dei Diritti della Bambina” ed è il primo in Italia. Si tratta, ha spiegato l’assessora alle Pari Opportunità Nicoletta Paci, di “un’enunciazione di principi per le coppie che si apprestano ad accompagnare la propria bambina dai primi passi verso il suo sviluppo evolutivo e per le istituzioni e i servizi che in città sono coinvolte in questo percorso.

La nuova Carta dei Diritti della Bambina, che abbiamo adottato in forma pubblica presso la Sala Stampa del Comune di Parma, rappresenta uno strumento che fornisce una lettura “di genere” dei diritti sanciti dalla Convenzione Onu dei diritti della infanzia del 1989 da cui estrapolare principi direttamente finalizzati alla tutela delle bambine e delle ragazze che, nel panorama della infanzia, rappresentano un obiettivo di discriminazione ancora più grave e necessitano pertanto di forme specifiche di protezione”.

Paci si é quindi augurata “che altri Comuni seguano questa iniziativa”.

Obiettivo di questa Carta è abbattere il muro della discriminazione di genere e attribuire alla bambina fin dalla nascita le stesse opportunità dei coetanei maschi, anche attraverso il coinvolgimento delle strutture pubbliche preposte all’educazione, alla crescita e alla formazione. Maria Grazia Mazzali, neuropsichiatra, ha illustrato come “la società pretenda dalle donne l’adeguamento a modelli imposti. E’ necessario interrompere il circolo vizioso di donne infelici che diventano madri di bambini emotivamente malati. Un circolo vizioso di cui il femminicidio è la tragica punta dell’iceberg”.

Manuela Amadei presidente Fidapa Parma ha tuttavia evidenziato che “a vent’anni da una prima formulazione le cose fortunatamente sono cambiate. Riformularla vuol dire renderla attuale, puntare a nuovi traguardi. Questa è una carta più determinata, che punta a risultati concreti e la nostra associazione sarà in prima linea affinchè le bambine di oggi abbiano la possibilità di avere la giusta rappresentatività nella vita economica, civile e politiche come donne”.

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