Parma è stata scelta nella giornata di mercoledì 12 marzo come la piazza principale dell’Emilia Romagna che ha ospitato il corteo organizzato e voluto da Libera in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo della vittime innocenti delle mafie. Da tutta la regione giovani e adulti sono arrivati a Parma per questo evento.
La manifestazione, iniziata con la commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, si è snodata tra il ponte Verdi a piazza Garibaldi, attraversando tutta la città.
“L’amara riflessione che voglio condividere oggi – ha sottolineato Filippo Fritelli, presidente della Provincia di Parma – è che il dibattito pubblico sulle mafie è in decrescita: noi dobbiamo invece perseguire l’obiettivo contrario e rendere prioritario del nostro quotidiano lavoro di amministratori rialzare la bandiera anti-mafia”.
“I codici e le leggi – ha sottolineato Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna – non sono sufficienti senza una offensiva di carattere culturale, che rappresenta lo strumento più efficace nella lotta a quella che don Ciotti definisce “la mafiosità dei comportamenti”: solo attraverso di essa potrà realizzarsi una idea nuova di comunità fondata sulla rettitudine morale e sull’onestà”.
“Questo primo giorno di primavera in cui ricordiamo le vittime innocenti delle mafie – ha detto il sindaco Federico Pizzarotti – deve rappresentare una nuova rifioritura del nostro senso di appartenenza allo Stato e alla comunità, attraverso la “semina” di una nuova politica e di un rinnovato impegno delle istituzioni nel contrastare le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale che veda come terrenoprivilegiato le giovani generazioni, perché il futuro ce ne possa far raccogliere i frutti”.
Alle 12, in diretta da Foggia dove si è tenuta la manifestazione nazionale, don Luigi Ciotti ha denunciato “l’omertà e l’ignoranza”come principali problemi sui quali si innesta la menbtalità mafiosa, ma ha anche ricordato che “il 70 per cento deli familiari delle vittime non conosce la verità sulla morte dei loro cari, ma le verità camminano per le strade delle nostre città”.
Alcune inchieste hanno messo in evidenza che il nostro territorio non è immune da infiltrazioni mafiose nei cui confronti la politica deve essere inflessibile.
Non è solo una questione di Giustizia e di Sicurezza dei cittadini, ma è anche un problema che danneggia fortemente il tessuto economico e sociale del nostro territorio: le imprese mafiose fanno concorrenza sleale agli imprenditori onesti.
Esistono mafie note a tutti ma anche altre di cui nessun politico intende occuparsi: a Parma è diffusa la mafia nigeriana che in alcuni quartieri della città gestisce i racket di droga e prostituzione rendendoli invivibili, ma per il Sindaco e la giunta non esiste.
Lo Stato non può accettare nessuna presenza di criminalità organizzata né autoctona, né di importazione sul suo territorio. Durante la mia attività parlamentare intendo richiamare l’attenzione delle istituzioni contro qualsiasi genere di mafia e criminalità organizzata, sollecitando tutte le iniziative necessarie, a partire dall’aumento dell’organico delle Forze dell’Ordine per il presidio del territorio e dalla Certezza della pena senza scarcerazioni facili per boss e gregari.
Laura Cavandoli
Deputato Lega
Collegio Parma e Bassa
Le grandi manifestazioni contro le mafie vanno sicuramente molto bene, ma non bastano a sconfiggerle. Ci vorrebbe un’azione più solerte ed incisiva sul territorio da parte di tutte le amministrazioni pubbliche a cominciare dalla Regione Emilia-Romagna. La sentenza d’appello per il processo Aemilia di pochi giorni fa attesta per l’ennesima volta come l’Emilia sia profondamente infiltrata da organizzazioni mafiose che sono molto attrattive per il mondo delle imprese e delle professioni locali. Per contrastare questo contagio ci vogliono iniziative concrete e immediate. Per questo come Lega abbiamo molto insistito perché si istituisse anche in Assemblea legislativa regionale una commissione speciale d’inchiesta sul radicamento della mafia che approfondisse varie vicende di intrecci tra mafia e pubbliche amministrazioni. Una richiesta che veniva anche da parte della Presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi.
Sempre per questo il Gruppo Lega in Regione si è astenuto sulla Legge regionale per la promozione della legalità che istituisce la Consulta regionale per la legalità attribuendole funzioni conoscitive, propositive e consultive per le politiche di contrasto alla criminalità organizzata. Peccato però che a distanza di un anno e mezzo dall’entrata in vigore di quella legge la consulta non sia ancora operativa. La Giunta regionale deve dunque darsi una mossa e non continuare ad illudersi, con tanta arroganza, che basta essere di sinistra per essere contro la mafia. Il Comune di Brescello sciolto per mafia era infatti amministrato dal PD e la mafia nigeriana prolifera grazie all’immigrazione irregolare incontrollata di cui è il principale responsabile quello stesso partito. Questa inerzia però non riguarda solo l’amministrazione di Bonaccini ma può essere estesa anche ad enti locali come il Comune di Parma guidato dal suo alleato Pizzarotti. D’altronde è un fatto che a Parma si fosse radicato specialmente negli ultimi anni un noto imprenditore appena arrestato per associazione mafiosa con l’operazione Stige.
Fabio Rainieri
Lega – Vicepresidente Assemblea legislativa Emilia-Romagna