Lo hanno cercato per quasi due mesi, lui però era morto nel Po ben lontano da casa. E’ giallo sul decesso di Serhiy Burdenyuk, 40enne ucraino da tempo a Salsomaggiore, operaio in un’azienda lavanolo di Soragna, il cui cadavere è stato ripescato nel fiume a Guastalla. Quel maledetto 22 gennaio, Burdenyuk a fine lavoro era tornato a Fidenza con una collega che gli aveva dato un passaggio. Sceso sulla strada per Salsomaggiore, nel parcheggio del Conad, di lui si sono misteriosamente perse le tracce. La compagna ha presentato denuncia di scomparsa ai Carabinieri ed è partita la macchina delle richerche, coinvolgendo anche “Chi l’ha visto?”. Di lui, però, sembrava si fossero perse le tracce. Fino al macabro ritrovamento, che ha tolto ogni speranza.
A ritrovarlo nei giorni scorsi – ma la certezza sull’identità è stata svelata soltanto nelle scorse ore – sono stati alcuni pescatori: il cadavere si trovava a testa in giù nel Po, tra Guastalla e Dosolo. Il riconoscimento da parte dei familiari ha eliminato ogni dubbio sull’identità, ma ne ha sollevati molti altri. Innanzitutto, perché è morto Serhiy Burdenyuk? Tra i suoi conoscenti forse nessuno pensa a un suicidio, perché l’uomo era ben inserito nel contesto lavorativo e in quello di residenza. E poi come ha fatto l’ucraino – senza auto – a raggiungere il Po? Addirittura a Guastalla?
La scomparsa di Serhiy Burdenyuk si tinge dunque ancora più di giallo e sono tante le domande alle quali gli investigatori adesso stanno cercando di dare una risposta.