Non una risposta di massa, ma comunque un passo avanti verso il partito dei sindaci. In Emilia Romagna all’invito di Federico Pizzarotti a Bologna per gettare il seme a livello regionale di Italia in Comune hanno risposto – come previsto – i sindaci di Budrio, Maurizio Mazzanti, di Comacchio, Marco Fabbri, e di Cento, Fabrizio Toselli, oltre ad una ventina di altri amministratori del territorio regionale.
“Gli obiettivi – spiega il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che è anche coordinatore nazionale del partito – sono principalmente due: darsi una struttura e una organizzazione politica regionale facendo squadra con i sindaci civici dei territori, crescere in Emilia Romagna proponendo una politica trasversale ai diversi bisogni e alle aspettative dei cittadini. La nostra è una visione totalmente indipendente e autonoma rispetto alla politica attuale: ragioniamo sugli obiettivi da raggiungere e sui programmi da costruire, e lo vogliamo fare insieme alle forze civiche che ci stanno. Siamo sindaci, a noi interessa dare risposte concrete e reali alle richieste dei cittadini emiliano-romagnoli, in un periodo in cui è forte il bisogno di una politica credibile, solida e innovativa: lo facciamo unendo le varie esperienza civiche che in Emilia Romagna si sono dimostrate vincenti e al servizio delle città“.
E visto che “le parole sono importanti” (Nani Moretti dixit), quel “forze civiche che ci stanno” non pare affatto casuale. Sembra una chiusura netta, una pietra tombale su eventuali intese con Partito democratico ed altre sirene tradizionali che a distanza continuano un pressante corteggiamento, avendo loro perso il contatto con la realtà quotidiana dei cittadini.
“Leggo dichiarazioni scomposte da parte di segretari di Lega e PD, evidentemente il nostro progetto sta cogliendo nel segno“, il sigillo finale di Pizzarotti a sgombrare il cambo da ogni dubbio.
In attesa di continuare a crescere anche in un’Emilia Romagna ancora sotto schock per essersi scoperta all’improvviso un po’ meno rossa, intanto, Italia in Comune che a livello nazionale ha già il sostegno di oltre 400 tra sindaci e amministratori locali, si riunirà il 24 e il 25 marzo prossimi a Roma per sottoscrivere la carta dei valori, lo statuto e i requisiti di candidabilità. Il treno è già partito… e questo non è quello di Matteo Renzi.